1606 Marco Pasqualigo
Dispaccio del 15 dicembre| 1606|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
Erano constituite in stato di tanta miseria le cose del fontico et communità di questa terra et per aventura de gli altri luochi della Serenità vostra in questa provincia per gli intacchi et inique administrationi di quelli che le hanno havuto in governo, che ragionevolmente per la paterna cura che tiene de suoi sudditi la Serenità vostra con auttorità proportionata per ristorare et sovenire a tante miserie ha raccommandato negocio così rilevante all’illustrissimo signor Provveditor Pasqualigo, il quale avezzo ad essequire con indefessa essercitatione del proprio valore perfettamente le publiche commissioni, ha in questa nova carica riempito nelli contorni di questa provincia gli animi universalmente di quelle speranze che nell’essecutione dell’auttorità concessale doveranno partorir effetti di fruttuoso servicio, havendone fatto sentir l’odore principalmente in questa terra, nella quale risiedendo Sua signoria illustrissima per rispetto della vale si ha gustato in gran parte la solevatione da tante miserie, poscia che atterriti li principali che in questi publici maneggi erano inviluppati hanno non pure reso conto delle aministrationi, ma reintegrato questi publici luochi di ogni contatto debito. Ma perché la impietà de administratori non si ferma solamente ne già detti maneggi, ma scorrendo in altri ancora che ad opere pie sono destinati, cioè nelle scale, fabriche di chiese, fraterne et hospitali con total esterminio di quelli in pregiudicio dell’interesse publico et delli medesimi luochi per il sovenimento de poveri [?], convengo per debito del mio carico et per l’instanza che da buoni fatta mi viene riverentemente raccordar alla Serenità vostra che degni a volerne provedere di quel modo che oltre alla materia de fonteghi ha benignamente fatto alla terra di Muggia et appunto ad apportar opportuno remedio ad una diabolica et rapace introduttione da huomini perfidi et di poca conscienza per inveterata consuetudine, in total desiderio de sudditi essercitata. Questa è che li creditori di particolari persone per ogni minima summa de 10 et 12 lire de piccole[?] fanno intrometter beni del debitore per il valsente di centenara de ducati, quelli facendo stimare et poi col assenso di uno delli giudici del luoco, avezzi più all’aratro che alla materia del giudicare, vendono per la metà di quello che il stabile viene stimato et ottenuta la deliberatione pagando il povero debitore del soprapiù del suo debito sino alla metà del valsente del stabile, con tante biave et vini a precii intolerabili si fanno aquisto così dannato patroni delli stabili di quel tale, che debitore li era de 10 o 12 lire de piccole, et poi concedendogli li medesimi a livello per l’intiero prezzo che già furono stimati; contratto in vero altretanto detestando quanto degno di esser raccommandato alla protettione della Serenità vostra accioché questi miseri da desperatione vinti non siano per abbandonare il paese et patria loro, come di alcuni sin hora è seguito, potendo io affermarle in parole di verità che nella descrittione de formenti in questi giorni a dietro da me fatta ho ritrovato molte case abbandonate, per esser li patroni andati ad habitar in aliena giurisditione. A tutti questi mali che si vanno facendo incurabili potrebbe questo Illustrissimo signore, colla facoltà che dalla Serenità vostra le fosse data et colla virtù del suo operare, apportar vera salute sradicando cotal inique operationi et abusi et introducendo ordeni tali che risultassero in publico et particolar beneficio. Gratie etc.
Di Montona a 15 dicembre 1606
Marco Pasqualigo Podestà
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 3
Trascrizione di Damiano Pellizzaro