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21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli

Dispaccio del 2| aprile| 1703|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
respiro al mio animo e soccorso all’angustie di questi poveri creditori porta il pietoso decreto di Vostre Eccellenze, con la dispensa delli ducati duemille del danaro obligato, del quale non havendone d’altra ragione che delli sette soldi per lira, m’anderò valendo di questi per consolare gli ufficiali, Capitani dell’ordinanze, Capi di cento e bombardieri, e il riparto seguirà con tutte le misure della carità e giustitia, onde ognuno resti e suffragato, e creditore. Sarà riservata quella maggior summa che potrò per l’essigenze della Casa dell’Arsenal, alla quale ho già fatto qualche speditione de legni, e pagati i poveri operarii per il squero e condotte con denaro privato, acciò non resti ritardato tanto importante e premuroso servitio; col soldo istesso saranno ricevuti i galeotti essibiti da giurisdicenti confinanti, e humilierò poi l’intiera dispositione del dinaro alla somma virtù dell’eccellentissimo signor Savio Cassieri, onde veda non havermi allontanato punto dai dettami della publica prudentissima intentione. Tendendo poi la maggior parte delle mie linee al punto di render affittato il dacio dell’oglio, io non ometto continui maneggi e insinuationi per conseguirne l’effetto, oltra la fissa attentione d’estirpare i contrabandieri, il che può contribuire validamente al sostenimento di questo importante dacio, che ho fisso nel cuore per veder restituita, se mai sarà possibile, questa Cassa alla sua primiera consistenza, come vuole e il publico interesse, e il mio humilissimo debito. Gratie etc.
Capodistria, 2 aprile 1703.

Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.