21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 19 aprile| 1703|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
fatalli gli ultimi decorsi giorni per i banditi e contrabandieri di ogli e sali; molti mi è sortito haverne nelle forze, tra quali due marineri sopra una peota di Pordenon, con carico di trenta stara, che ho fatto reponer ne’ publici depositi, e contro tutti si va procedendo o all’essecutione delle loro sentenze, o al castigo aggiustato alla conditione del delitto. Due, tra gli altri, sudditi: uno di questa città, l’altro piranese, banditi per simili contrafattioni de sali con pena di sette anni di galera, sono stati mercordì passato fermati nella valle di Pirano, e s’attrovano in queste priggioni. Hora si degneranno Vostre Eccellenze osservare dall’inclusa del signor General d’Herbestein quali siano l’instanze che per li istessi mi avanza, e i sentimenti con i quali li ho formato la risposta. Perché però prevedo che mi si replicheranno le premure e l’istanze, imploro dalla Publica Sapienza norma aggiustata alle mie dirrettioni. Veramente subito che ho scoperto, doppo il loro arresto, haver essi il domicilio in Trieste, l’haverei spediti al Magistrato illustrissimo all’Armar, per prevenir ogni ufficio, quando i proprii riguardi dell’ordine legale e la necessità di farli conoscere, havendosi cambiato nome, non mi avesse ubligato a differire.
Porge poi motivo d’ammirazione e di riflessi l’incuria con la quale i legni francesi tessono queste aque, lasciando negligentemente scorrere le proviande delle quali, quando ne avessero voluto, sarebbe stato facile il modo in questi ultimi giorni, dove otto, o dieci barche si sono sciolte dal porto di Trieste e, si può dire, a loro vista, con gran confidenza scorse alla sfillata per il loro viaggio. Il Cavalier di Bucher s’attrova in porto alle Rose, che è più di una settimana, con la sua nave, una piccola tartanella e la lancia, dalla quale facendo pratticare rare visite, e a qualche bastimento innocente, e lontano da ogni sospetto, se la tiene otiosamente a bordo. Non può credersi se non che si speri di fermarle in sito più sicuro e stretto, o che si vanno disponendo ad attioni di maggior conseguenza e rimarco. Questo comandante però prattica forme più rispettose degli altri, prohibendo nelle visite delle barche alla sua gente il framischiarsi con rostri, e usando ogni parte della sua condotta una savia e prudente diretione.
Con lettere di Fianona tengo avviso che alli 13 del corrente si fossero vedute nel Quarner a viaggiare verso Fiume una nave, una latina, con altra tartana francese e con non poca apprensione degli austriaci di quelle parti. Anco i segnani, dopo esser usciti con quattro bergatini, s’intendono restituiti alle loro case, in tempo che, poveri i francesi de legni da remo, haveriano potuto cogliere sopra d’essi qualche insidioso vantaggio, o almeno obligarli a non staccarsi da’ loro vascelli. Si vede in questo retiro effetto d’apprensione, ma è più probabile che provenga da qualunque altro consiglio che sin hora non ho potuto penetrare.
Dall’inclusa copia del Capitanio di Fiume comprenderanno Vostre Eccellenze il pretesto di beneficiare questo monastero di Santa Chiara, e insieme la città, l’indigenze che tiene de sali, e il partido che vorrebbe intavolare, che veramente quando potesse abbracciarsi con conditioni proprie, risultarebbe in augumento del publico dacio, e resteriano esclusi i sali di Barletta e forestieri con avantaggio anco di questi cittadini, nella racolta de’ quali tengono il più sostanzioso delle loro rendite. Veramente è la lettera in data di 24 marzo decorso, e questi istessi, credendo irresistibile ogni accordato per le correnti emergenze, hanno lasciato cadere l’affare, senza darvi orechie e comunicarmelo. Hora, capitati da Trieste due soggetti che, coll’apparenza d’altro motivo, hanno svegliato questo del sale, non potendo asconder la premura che ne tengono, e per il quale credo vestino le commissioni della loro mossa, si sono risolti l’intervenienti di questa comunità di comunicarmi ogni cosa, che resta da me tutto humiliato a’ Publici sapientissimi riflessi per le proprie deliberationi, che saranno da me con veneratione ubidite. Gratie etc.
Capodistria, 21 aprile 1703.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
Allegati: dispaccio del barone Terzi capitano di Fiume a sua sorella reclusa nel monastero di Santa Chiara, datato 24 marzo 1703 (1 carta); dispaccio del conte Ferdinando Annibale d’Herberstein, datato 19 aprile 1703, con il quale il conte austriaco chiede il rilascio di due banditi catturati a Pirano e detenuti in Capodistria (1 carta), e risposta negativa del podestà di Capodistria, del 20 aprile (1 carta).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.