21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 13 maggio| 1703|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
è gionto finalmente a’ triestini l’atteso sin hora rinforzo di militie consistente in ottocento tra crovati e tedeschi, senza però alcun comandante di consideratione. L’Erbestein si è portato ad incontrarli fuori della città dove li ha datto la rassegna, disponendo i primi ai posti delle vicine marine, e introducendo i segondi per guarniggione di dentro. Doppo si è publicato che le donne e figlioli di minor ettà che non volessero attrovarsi alle temute attioni militari habbino termine di tre giorni a partirsi, e molte si sono ricoverati da loro parenti in Muggia.
Le proviande che le restano da spedir in Italia sono state trasportate in deposito in castello e nel recinto de padri Gesuiti. Patron Antonio Fassina traghetiere di questa città si è lasciato persuadere da un tal Zuanne Smirli greco di levar in Venetia vinti archebuggi, che condotti poi di qui li ha collocati secretamente nella propria casa; dovendo però servire li stessi per quelli da Fiume, mi è stata fatta istanza, a nome di espresso accompagnato dal passaporto, che resta qui unito in copia, di levarli e condurli colà. Ho stimato bene diferire ogni risolutione col pretesto di voler prima esser informato dell’affare dal detto patron Fassina, che s’attrova ancora costà, e contro il quale passerei novamente a qualche castigo per la vietata ingerenza, quando il dubio che se ne discorra il motivo e si publichi con qualche alteratione quello che è sin hora secreto, non mi disuadesse, coll’oggeto che credo proprio di non lasciar penetrare all’altro partido attrovarsi in questa città arme in deposito de loro nemici. La sappienza però publica si degnerà illuminarmi, come crederà più opportuno. Ho penetrato che l’Erbestein habbi mandato la risposta da lui ottenuta a cotesto eccellentissimo signor Ambasciator sopra l’instanze delli due sudditi retenti in contrafatione di bando, pressandolo acciò anco dalla sua persona ne siano accompagnate le premure nell’eccellentissimo Collegio, e che habbi avuto in rescrito havermi propriamente contenuto nel sostenimento delle publiche raggioni, e che ne pur a lui piacerebbe che io gli mandassi a Trieste li suoi sudditi banditi da quel Stato, con pretesa d’immunità. Spiacemi che caduto gravemente infermo il mio cavaliere doverò differire qualche giorno la loro espeditione al Magistrato eccellentissimo dell’Armar, come Vostre Eccellenze si degnano ordinarmi, nel che però non sarà da me ommessa la maggior solecitudine.
Le tartanne francesi hanno dato una breve scorsa alle rive del Friuli, dove s’intende che habbino abbruggiato due barche, una de quali del Baron Novello, e fatti schiavi due sudditi imperiali ritrovati in un battello, quale vuoto hanno poi rimandato al molo di Pirano, sopra il sentore havuto, che possa esser lo stesso di patricio veneto. Se gl’è unita altra tartana proveniente da Sottovento, e si dice che gli porti il vicino arrivo d’altre navi e fuste, quali però tengo riscontri che s’attrovino ancora in terra in Ancona. Anco la tardanza in loro non gli lascerà coglier quei vantaggi che si sariano stati facilissimi già pochi giorni, e se non haveranno palandre consumerano il tempo inutilmente. Hoggi bordeggiano sopra il porto di Trieste, e può esser diano fondo in vicinanza di Muggia; ho però dato gli ordeni proprii al Maggior Visconti, che si attrova colà, onde il publico servitio sia sostenuto con tutti i metodi più proprii e prescriti, e di quanto anderà accadendo ne haverà l’eccellentissimo Senato da miei humilissimi doveri opportune le notitie. Gratie etc.
Capodistria, 13 maggio 1703.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
Allegato: richiesta di libero passaggio per le terre venete degli archibugi di Giovanni Smirli presenti a Capodistria e diretti a Fiume, da parte del conte di Lambergh Giovanni Giuseppe, datata 9 marzo 1703 (1 carta).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.