• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli

Dispaccio del 7| luglio| 1703|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
il castellano di Trieste, spedito dal signor General d’Herbestein, mi ha presentato l’inclusa, dalla quale comprenderà Vostra Serenità le gelosie concepite che una barca de sudditi havesse caricato alcuni materiali per servitio de francesi. Come però poche hore prima ero stato avisato dalla pontualità del Maggior Visconti della conditione del carico, e del tumulto che haveva causato in Trieste il sospetto, mi son espresso che mi rendeva incredibile il fatto, stante i rigorosi divieti che corrono, e che indagata la verità ne haverei portata qualche notizia a Sua Eccellenza, come ho fatto con l’annessa risposta, con intiera sua satisfattione, e per la quale mi ha fatto passare poi un officio pienissimo di ringratiamento, per haverli levata con ciò dal suo animo una tanto molesta apprensione. Questi sono li lor spasimi al di fuori, ma s’atrovano assai più combattuti da quelli di dentro per l’insofferibili violenze de soldati, che dopo haverli privati della libertà, li vanno togliendo giornalmente le sostanze. Conviene alle donne star rinchiuse giorno e notte nelle case, sepolti in terra li migliori utensili, e quello non si può nascondere è necessità o dividerlo con loro, o vederselo a rapire. Andavano macchinando gli haiduchi d’ammutinarsi e saccheggiare i più sottili effetti della città, per fuggirsene e sbandarsi. Prima di maturarsi il Consiglio ha voluto la buona sorte farlo penetrare, che restò divertito dalla forza e numero assai maggiore delle altre militie, ma come ciò non si haverebbe potuto eseguire senza ferro e fuoco, così ha corso pericolo Trieste di vedersi disfatta da’ suoi difensori. Quaranta de rei ne sono fuggiti; dieci de capi retenti, delli quali ne sarà fatto morire qualcheduno. Hanno rinforzato la batteria della Musella con altri cinque pezzi di cannon; apparecchiati sessanta gabbioni per erigere un’altra vista de francesi ove ricercasse il bisogno; studiate alcune illuminazioni dalle quali scoperti i legni nemici potessero con sicurezza far giuocar l’artigliaria; è arrivato un soggetto di casa d’Haister, cugino del Generale, con due altri, spedito dalla Camera di Gratz, né sin’hora mi è sortito penetrare le commissioni. Dalla parte del mare si ha che sia stato portato un ordine a’ segnani di non infestare più le barche napolitane; che questi havessero prestato un solenne giuramento sopra l’altare di voler unire tutti i legni da remo, e fare possibili per abordar i vascelli francesi in caso che s’inoltrassero con pallandre, con costante fermezza di perderli tutti, o d’abbrucciarli. A quest’effetto sarà fra pochi giorni gettata all’aqua una galeotta de vintidue banchi a Fiume, et altra di vinti a Segna, verso dove s’intendono incaminati ultimamente due vascelli e due tartane francesi. Tributo alla Publica Maestà quanto rinchiuso in questo intrinseco angolo della provincia mi sortisce raccogliere, in adempimento del mio humilissimo debito. Gratie etc.
Capodistria, 7 luglio 1703.

Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.

Allegati: dispaccio del generale d’Herbestein datato 4 luglio 1703 e risposta di Priuli del giorno seguente (1 c.).

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.