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21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli

Dispaccio del 8| luglio| 1703|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
a questi benemeriti cittadini angustiati dall’abondanza, che rende inessitabili le loro rendite anco a prezzi più vili, sopragiunge oportuna a suffragarli la benigna aprovazione di Vostra Serenità del loro partido de sali stabilito con gli imperiali. Sono perciò universali e incessanti le benedittioni al Publico nome, e humiliando l’intero de loro ossequii alla generosità del decreto, si considerano i più prediletti fra sudditi, e protestano di voler rimarcare il beneficio con la loro sviscerata e perpetua fedeltà. Dalla mia obedienza saranno prestate tutte le aplicazioni perché ne seguano i trasporti con le preavertenze prescritte, e ricercherò anco all’eccellentissimo signor Capitanio delle Rive quei lumi, et agiuti, che saranno conferenti, onde di buon concerto ne risulti la sicurezza de viaggi. Pratticate l’esperienze tutte possibili per render affittato il dacio delle rendite di Grisignana, che è qualche settimana che corre per conto publico, a riguardo che, consistendo i proventi dello stesso in biave e vini, che hora sono in smacco, si ha reso difficoltoso l’apalto. Tuttavia mi è sortito l’aboccamento per anni cinque giusta il solito, e per ducati doicento e dieci antica valuta all’anno, che sarà con acrescimento de ducati cinque dall’ultima condotta. Approvata che la Serenità Vostra habbia l’affittanza loro, che resti assicurato con idonee sufficienti pieggiarie a publica cauzione. Così mi potesse riuscire l’affittare l’importante dell’oglio, che, correndo tuttavia per Serenissima Signoria, rende questa Cassa in estrema essaustezza; ne hanno qualche stimolo i soliti appaltatori dalla mostra fertile dell’annata, ma si aviliscono interamente nel veder differita la solita inquisitione, unico sostegno del dacio, e che si rende tanto più necessaria quanto che usurpato in buona parte questo publico patrimonio dall’avidità de contrabandieri, e introdottesi molte forme vietate di disfar l’oglio senza correre sotto il registro de torchi, assicurano con ciò le loro contrafattioni. Quando paresse però proprio alla publica somma maturità prestar il concorso a quest’opera, resa hormai indispensabile, e tanto fruttuosa, che non sarebbe però da me intrapresa che verso il mese d’ottobre venturo, giovarebbe assai l’anticipato decreto a incoraggire gli esibitori e facilitarmi l’aboccamento del dacio forte avanti quel tempo. Anco la matteria importante de sali ha tutto il bisogno di compenso e della presenza di questa carica, particolarmente in Pirano, dove non ostante diversi da me spediti alla galera, poco si diminuiscono le contrafattioni. Io non ho altro oggetto che quello del publico interesse, e di veder restituita prima di terminare la mia condotta questa Cassa alla sua antica consistenza, e togliere a Vostra Serenità gli incontri di dovere col soldo ubligato supplire alle occorrenze della stessa. Tre mille e quattrocento ducati son stati dispensati all’illustrissimo mio precessore, senza che habbi havuto al servitio ufficiali; a me sin’hora due mille il mese di marzo decorso, con l’aggravio però di tre condotti e quatro Maggiori, oltre l’esigenze della Casa dell’Arsenal, e crediti d’atri soggetti militari, a’ quali è seguito il ripparto con tutta l’integrità e giustitia, né mi resta più un soldo da valermi. È vero che già giorni il Sopraintendente Sala è stato da me spedito, in ordine a’ publici decreti, all’eccellentissimo signor Capitanio delle Rive; il Comandante Anselmi e il Maggiore Bodoria si portano pure all’obedienza dell’eccellentissimo signor Savio alla Scrittura, e non restano al servitio in questa città altri che il Governatore dell’Armi, e il Maggiore Arsuisio, oltre li due Maggiori disposti a Muggia e Pirano, quali per il fruttuoso servitio che prestano per l’esperienza de’ luoghi e possesso de confini non possono in alcun modo esser rimossi. Importano i stipendii di questi quattro ufficiali lire 99 soldi 8 al mese, e imploro dalla publica generosità modo di andarli sufragando, come vuole la carità e la giustitia, recusando d’apportar molestie all’eccellentissimo Senato, per altri creditori, benché io sia un continuo bersaglio delle loro insolenti insistenze, e che qualche disperato trapassi anco alle volte i termini della dovuta modestia, imputando a ingiustitia quello che è solo effetto d’impotenza. L’inclusa sarà la nota comandata delle spese e fatture, che mi vogliono per rifare il cadente coperto del publico magazen del legname, opera che non si è potuta da me, benché commessa, adempirsi per mancanza di soldo. Tutto servirà a publica venerata notitia. Gratie etc.
Capodistria, 8 luglio 1703.

Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.

Allegato: nota delle spese che occorrono per rifare il coperto del magazzino del legname (1 carta).

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.