21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 2| settembre| 1703|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
libere le aque di questa provincia da’ legni esteri, i confini da’ milizie, se non in quanto un ristretto numero presidia Trieste, e chiamato dalla staggione opportuna alla fabrica de sali, mi son portato in questa terra ad ubidire le ossequiate commissioni di Vostra Serenità, e susseguenti del Magistrato eccellentissimo al Sal in questa importante materia. Confesso il vero, che nel vedere l’infelici iatture d’un patrimonio tanto pretioso mi trovai occupato da un devoto zelo e da una giusta compassione. Fu ben egli già tempo guardato con le più valide istitutioni e caute preavertenze, molteplici e continue sentinelle de soldati pagati invigilavano alla sua puntual custodia. Triplicate palificate impedivano l’ingresso nei canali contigui alle valli e depositi; questi, ben costrutti e diligentemente revisti, erano impenetrabili e sicuri d’ogni violenza, e degli uomini, e del tempo; ogni cosa di vecchio e savio instituto si vede, che spira amore e gelosia verso capitale così importante. Hora s’attrova in un infelice sistema, omesse le guardie, disfatte le palade sino da trenta anni in qua, infranti i tetti de magazeni, aperte le muraglie, esposti i suoli all’inondationi, restano soggetti all’ingiurie delle pioggie, de contrabbandieri e del mare, e tutto apparisce abbandono e pregiudicio. Il Magistrato eccellentissimo al Sal con tutto zelo e fervore vi sopraintende, ma o non avisato dei disordini, o trascurate e mal essequite le sue commissioni, resta ogni cosa senza riparo; non è così meraviglia se si degradano sensibilmente le condotte, mantenuta parte del Friuli e Trevisano con i frutti di questi sali. La prima origine de maggiori sconcerti è che cotesti partitanti, non havendo numero sufficiente de bastimenti per levar i sali di Capodistria, Pirano e Pago soggetti alle loro condotte, e prettendendo escluder ogni altro legno, se ne va ammassando più quantità di quella può capire ne’ publici e privati depositi, bisogna che per necessità restino nelle case de privati, situate nell’aperto della campagna, ad arbitrio non solo loro, ma de ladri. In caso poi delle consegne, attribuendo gli asporti fraudolenti ai consumi del tempo e degli accidenti, sono bensì appostati debitori, havendo obbligo di mantenerli; ma questi crediti mai si essigono, oltre a pregiudicii di libertà così perniciosa contro le publiche prudentissime istitutioni, che ben prevedendo il disordine hanno ordinato le consegne ne’ magazzini di sera in sera. Ho visitate le valli con spiacere che, di tre guardiani soliti a guardarle, due, non so con qual motivo, ne siano stati levati: indispensabile l’assistenza delli stessi almeno sino che ne seguano gli incanevi. Similmente delle tre palade che vi erano con l’oggetto di chiuder l’ingresso alle valli, una sola è in essere: le altre due disfatte, né mai più rimesse, esposto così questo pretioso capitale all’avidità de tutti. Sono poi passato a riveder ad uno ad uno tutti li publici depositi, trovata la maggior parte de quali in necessità di un sollecito riparo. Non vi è pioggia vigorosa o escrescenza del mare che non faccia tanto danno quanto importerebbe il restauro. Dall’incluse notte, che soggetto anco alla prudenza de Provveditori eccellentissimi al Sal, si può vedere distintamente e la quantità de sali incanevati e’l bisogno urgente de’ magazeni. Quanto poi concerne la buona dispositione per l’avenire, uno de primi oggetti sarà che venghino levati con pontualità da’ partitanti, afine che quelli che restano possino capire, et habbino a conservarsi unicamente negli assegnati depositi; poi conciliare il rispetto a questi con più rigorosi proclami, con promesse d’impunità a’ complici e denuncianti, taglie e facoltà valevoli ad opprimer i contrafattori, e numerosi banditi per simili materie, e con quelle altre forme proprie della maturità dell’eccellentissimo Senato, vedendoli da pochi anni in qua rotti e violati i magazeni. Diversi ne ho spedito alla galera, et altri essistono nelle forze che voglio credere degni della stessa sorte. Poi sarà proprio far guardare essatamente le rive del Friul e della Livenza, dove sono soliti approdare. Due cariche estraordinarie sono state dall’eccellentissimo Senato spedite per questa importante materia: la prima nel 1628, dalla quale restorono sotto li 16 di settembre stabiliti prudentissimi ordeni circa le palade, valli, canali e depositi; l’altra del 1651 dalla quale sotto li 28 febbraio sono state prescritte le miglior regole per il buon giro di scrittura. Come però quelle prudentissime norme sono quasi afatto neglette, e particolarmente nel punto che commettono non venga, sotto qualsisia titolo di soventione o pagamento de sali, corrisposto soldo alla communità e al guardiano, se non presenteranno fedi di questa carica che siano stati adempiti gli debiti loro di tener in concio le palade ad essa spettanti, e supplito dal guardiano alle proprie incombenze; così crederei proprio che non solo s’havessero le sudette terminationi ad eseguirsi, ma, regolate a misura delle congionture presenti, fossero poste in stampa, republicate e consignate a’ miei successori con gli incarichi più precisi, acciò restino inviolabilmente esseguite, come lo sono anco appoggiate, benché non se ne veda ne pur notta ne’ publici registri, havendole havuti da questo scrivano de sali. Per dimani ho fatto aprontare cento operarii per il sollecito incanevo del magazeno di Siciol, che ne capirà due mille moza, ma altretanta summa ne resterà esposta. Veduta l’opera incaminata io mi scioglierò da questa parte per scemare ogni maggior publico aggravio, col scontento però di non haver havuto e conditioni, e soldo per veder intrapresi anco i necessarii ripari, per la preservazione de quali sarebbe indispensabile una breve, ma annuale visita de miei successori, qualche pronto deposito di denaro per opporsi alle prime rovine, e così con poca ma continuata spesa sariano mantenuti; per altro ogni risparmio riuscirà sommamente dannoso. Vi ho impiegato in quest’affare sei giorni, ma prometto all’eccellentissimo Senato che ne risulterà un copioso e ricco frutto quando si degnerà riflettere a questi miei humilissimi sentimenti, e accrescerà considerabilmente la rendita di questo patrimonio.
Nel corso dell’anno passato si computano reputati di contrabando per Friul e Trevisano stara circa ottomille. Dall’importar di questa summa comprendersi la verità de miei devoti riflessi, che humilio alla Publica Sovrana Maestà. Gratie etc.
Pirano, 2 settembre, 1703. In publico servizio.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
Allegati: nota di tutti li sali che esistono nei magazzini pubblici e privati (1 carta); nota di quanto occorre indispensabilmente nei pubblici magazzini di sali in tutta Pirano (1 carta).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.