21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 20 settembre| 1703|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
humiliai a Vostra Serenità nelle mie precedenti essermi sortito ritrarre un’offerta di ducati tredecimille e seicento per il dacio dell’oglio, la mia premura di vederla assicurata con la formalità degli incanti, e il dispiacere che havevo di maneggiare quest’affare senza concorrenza; hora, colla continuatione delle più efficaci insinuationi, asseveranze di dover proseguire la visita, inquisitioni, mi è riuscito di promuover anco questa, che alimentata poi da’ più scaltri incentivi di vicendevole gelosia, mi fa vedere arrivata l’essibitione sino alla summa de ducati quindicimille e ottocento, con unico essempio per l’accrescimento de ducati doimille doicento dalla passata condotta, e con contento di godere il frutto di tante mie dovute applicazioni dirette a questo importante oggetto, senza il quale non mi chiamavo sodisfatto della buona sorte d’haver accresciuto tutti gli altri dacii; mi sono però premurato di deliberarlo colle conditioni descritte nell’inclusa polizza, solite e commesse. Anco le pieggiarie che mi vengono essibite sono le stesse dell’altra affittanza, onde non mi resta che dubitare havendo con pontualità intieramente sodisfatta la loro passata essibitione. Quanto prima haverò le commissioni per riparare possibilmente l’altro importante e pretioso patrimonio del sale, mi riuscirà più facile l’opera e di maggior publico vantaggio, prima che s’inoltri l’entrante rigida staggione.
Spedisco con quest’incontro in cotesta fusta quattro galeotti, tre de quali per contrabandi di sali in Pirano, essempio che, unito agli altri, non sarà infruttuoso, né ometterò qualsisia altro mezzo per conciliarle il dovuto rispetto.
È vicino poi a terminare un anno che mi attrovo a questa reggenza senza la consecutione de miei salari, unico mezzo di sostenerla, rilasciate tutte le altre utilità alla povertà de sudditi. Dall’inclusa copia vede l’eccellentissimo Senato il suo benigno e antico concorso per facilitare le riscossione a’ miei precessori; supplico però la publica carità o arollarmi alla condizione degli altri, o rendermi pronta in quella forma che paresse più propria, l’essatione di crediti così giusti, che consistono in ducati settecento in circa, onde, rivolta la mia mente da duri riflessi dell’indigenza, possi unicamente fissarsi nel miglior servitio dell’adorata patria. Grazie etc.
Capodistria, 20 settembre 1703.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
Allegati: copia parziale di ducali del 28 febbraio 1698, 11 novembre 1700, 3 novembre 1701 (1 carta); polizza d’offerta sopra il dazio dell’olio (1 carta).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.