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16 marzo| 1701 Marco Balbi

Dispaccio del 1| aprile| 1703|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
intrapresa dal mio humilissimo ossequio la solita visita della terra di Pirano, alla sopraintendenza della quale è stata dalla Publica Grandezza appoggiata a questa carica. Versate pertanto le prime mie applicationi al stato e maneggio di quel Fontico, ch’é il più prezioso capitale di quella terra, e del medesimo fatto far un bilancio, osservo consistere in lire cento sessanta sei mille tre cento ottanta sette, soldi quattordeci tra formento, farine, beni e crediti de’ sali, comprese in detta summa lire vinti sette mille sette cento sessanta de’ crediti dovuti da’ Fonticari antepassati, contro quali ho fatto precorrer intuiti con minaccie di severe essecutioni, e nella consideratione dell’impossibilità di veder l’intiero saldo, col rifflesso alla costitutione di quella terra afflitta da una serie di continuati disastri per la total mancanza d’oglio, e gli scarsi raccolti de’ sali, uniche speranze delle publiche e private fortune, sono concorso permetterle possino pagare con tanto credito di sale, da me considerato come soldo effettivo, mentre il Fontico resterà saldato pro ratta portione dal dinaro che ogni quattro mesi viene colà spedito dal Magistrato eccellentissimo al Sal, e coll’esempio del già decretato dal nobil huomo misser Zuane Priuli, mio precessore, confermato dall’eccellentissimo Senato con ducali 30 aprile 1701, havendo con questo modo havuto il contento di veder a tal conto pagate lire nove mille, e novanta sette, da’ quali in virtù de’ publici decreti se m’aspettava de’ miei dritti per pene, lire mille ottocento ottanta otto, ad ogni modo ho voluto siano intieramente girrate, senza detrazione d’un soldo, a solievo di quei miserabili, a’ quali per rimanente gli ho prorogato il pagamento per quel tempo m’è parso proprio e conveniente. Qual indulto però non dovrà haver il suo vigore senza il benigno rescritto della Publica Carità. Supplito a quest’essenziale raguaglio, darò un breve tocco a Vostre Eccellenze del stato di quel Monte, e delle Scole Laiche. Il Pio Monte dunque di questa terra osservo haver havuto il suo principio l’anno 1635, con lire trentasei mille di capitale, ma ora ridotte a sole lire tredecimille centoquarant’una. A tali pregiudicati emergenti applicato l’animo per indagar la sorgente di tanto male, rillevo tali intacchi sono stati fatti da un tal Iseppo Verzi sino l’anno 1643, e a risarcimento del Monte sono stati appresi molti beni del medesimo, et anco di varii pieggi, ma poi con pagamenti di dote, giudizii di Collegi e Consegli sono stati evit(...) li beni medesimi, e restato esso pio luoco scoperto con gravissima e impareggiabil iattura e conseguentemente impossibile il rimedio, tanto più che sono riusciti in varii tempi infruttuosi i riflessi de’ miei precessori e degli Inquisitori in provincia, essendo peraltro restato intieramente sodisfato l’animo mio per l’ottimo maneggio di quelle Scole Laiche, risplendendo con somma edificazione ne’ tempii e ne’ suoi ornamenti il culto del Santissimo Iddio, e finalmente coll’uso del legno armato fatto scorrer per i luochi litorali della provincia, hebbi il conto di va(...) raccolta la summa di lire vintisettemille circa dalle lire trentatremille, che rileva la carratada, cosicché avrò facile il modo di veder quanto prima condotti (...) luoco dell’imbarco di mille legni già recisi per servitio del Magistrato dell’Artigliaria, in on(ore) alle supreme commissioni dell’eccellentissimo Senato, dal qual implorando la permissione di riponer ne’ miei conti le solite vinti giornate consonte nella visita medesima senza aggravio imaginabile de’ sudditi. Grazie.
Pinguente, primo aprile 1703.

Marco Balbi, Capitanio di Raspo.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.