16 marzo| 1701 Marco Balbi
Dispaccio del 10 giugno| 1703|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
approssimandosi la mia partenza da questa carica, e col mottivo dell’incessanti molestie mi vengono portate da’ creditori di questa Cassa, quali sebbene da me sempre con proportione soccorsi, non può succeder che non ascenda il loro credito a summe considerabili, massime nella consideratione d’haver dovuto veder minorata la sua rendita dagli anni decorsi di ducati 1.000 circa, mentre da’ vecchi debitori de’ publiche soventioni, da’ quali si riscuotevano ducati 600 circa, non ho potuto ricavar pocco più di niente, a causa della pesante carratada alla quale han dovuto il presente anno soccomber, e per non haver havuto il presente reggimento che sole due entrate, da ognuna delle quali entra nella publica Cassa 300 ducati e anco più, oltre l’estraordinarie spese de’ concieri di palazzo, ascendenti alla summa di ducati 150, approvati dall’eccellentissimo Senato con ducali primo aprile dell’anno passato, cavalcate fatte da’ Ministri per casi criminali delegati dall’eccelso Consiglio et summa rilevante per spese de’ galeotti, non eccedendo l’annual rendita che a ducati 2.000 circa, non sufficienti alla sodisfatione delli salariati attuali, dodici cavalli leggieri, et officiali, non che a poter suplire a’ pagamenti di tanti Capitanii, Sargenti e provisionati della provincia, che sono pagati da questa publica Cassa; cosicché mi veggo costretto humiliar all’eccellentissimo Senato le notitie perché si degni mosso da tali convenienze coll’essempio del praticato con i miei precessori, come Vostre Eccellenze raccoglieranno dall’unite copie de’ ducali, dispensarmi ducati duecento di denaro obligato, ad oggetto possi render in qualche parte consolati tanti supplicanti, come spero interceder dalla Publica Grandezza. Grazie etc.
Pinguente, 10 giugno 1703.
Marco Balbi, Capitanio di Raspo.
Allegati: copie di ducali risalenti ai 24 luglio 1694, 16 marzo 1697, 22 gennaio 1703 (2 carte).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.