• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

2 gennaio| 1704 Antonio Alvise Giunti

Dispaccio del 2| gennaio| 1704|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
pervenuto a questa regenza, fu mia principal cura il far riveder li libri di queste scuole da ragionato particolare da me deputato, perché anco dal Procuratore delle medeme mi fu subito rappresentata la povertà di quelle, et il bisogno che hanno delle cose necessarie al culto di Dio, e de paramenti et otensili per servitio della chiesa maggiore Collegiata. Si trovorono diversi debiti, e specialmente di quelli che per sola particolar diligenza e inquisitione sono stati scoperti, ma per hora niente si può conseguire da essi debitori, attesa la miseria de sudditi, estenuati dalla sterilità de raccolti passati, a quali si deve conceder indulto di sodisfare essi debiti in ratte con poco all’anno, secondo la qualità delle persone et quantità del debito.
Ma mi fa conoscere il detto procuratore che esse chiese devessero così esauste da quando, sotto l’illustrissimo et eccellentissimo Gabrieli, già Podestà e Capitanio di Capodistria, gli sono stati venduti gli animali, da quali ne trahevano considerabil utile, se bene però non haverebbero sentito detrimento, quando fosse stato essequito l’ordine espresso della Serenità Vostra, comesso in ducali di 15 febraro 1695, cioè che fosse corrisposto il pro de cinque per cento sopra li capitali di detti animali, importanti lire 3.675, soldi 3 col denaro del dacio dell’oglio di questa provincia, poiché mai si è potuto conseguire un soldo per tal conto, tutto che più volte si è portato persona in Capodistria a tal effetto, con spesa et aggravio di essi luochi pii, et si è senza speranza di conseguirne anco in avvenire tal ragione.
Per il che sopra l’istanze del predetto Procuratore d’esse chiese, con tutta rassegnatione humilio alla Serenità Vostra le notitie di tali emergenti, acciò dall’infallibil sua sapienza sia provvisto e facilitato il pagamento di detti pro trascorsi e venturi ricorrenti, col riverentissimo mio sentimento, o col denaro in cotesta Dominante, affinché habbino li antedetti lochi pii facile la consecutione de detti pro, et il modo di mantener il decoro divino, come a punto è interesse della Serenità Vostra, alli di cui maggiori riflessi però sottomettendomi totalmente e con tutto l’ossequio m’inchino. Gratie etc.
San Lorenzo, li 2 gennaio 1703 m.v.

Antonio Alvise Giunti, Podestà.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 84.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.