1 marzo| 1704 Vincenzo Gritti
Dispaccio del 8| marzo| 1704|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
rassegnata alla Serenità Vostra con lettere primo stante l’intrapresa della carica, et essequita la distributione degli ordini per il buon governo de sudditi, con l’ogetto costante di rendere appropriati l’amore et avantaggio de medesimi all’ubidienza et influsso migliore a Vostra Serenità, son poi passato alla visita del recinto, ed inoltrata l’osservatione alla parte del castello che essiste fuori della porta da terra, e da l’ingresso alla medesima, ho osservato nella suma d’esso esservi bisogno in qualche parte di restauro, perloché solo servir possa a mantenere in sussistenza ed a conservarlo immune dal progresso di maggiori discapiti, non mi parendo opportuno l’impegno di maggior dispendio.
Con ubidienza divota rassegno poi le applicationi mie deboli, ma zelanti, donate prontamente all’incarico che mi vedo impartito dalle ducali 9 febbraio decorso, con le quali mi viene comandato di portare l’informationi alla regia cognitione dell’eccellentissimo Senato intorno lo speso, ed ogni altro che potesse correre per ridurre a stato di migliore diffesa le sudette fortificationi di Muggia, con l’appianatione del colle che la sovrasta e signoreggia sulla sua sommità, ritratte da esso Maggiore Visconti le notizie necessarie, e da lui estese nel tenore dell’annessa scrittura, con quel di più che riguarda l’intiero stabilimento delle operationi medesime, l’umilio col dissegno ai riflessi sovrani del sentimento venerabile dell’Eccellenze Vostre, per ossequiarne le deliberationi; non lasciando a questo passo di aggiongere che, attrovandosi alle medesime sopra il forte da mar, che viene custodito dalla guardia di quattro huomeni della terra e da un capo di bombardieri, capitò a quella parte il Conte Giulio Petaz col seguito di 16 persone armate a cavallo, e passando tra essi vicendevole amicitia le disse che haveva seco un Kavalier venuto da Vienna, il quale desiderava di veder il castello e quelle fortificationi; li ofrì egli d’introdurgli in esso, e li condusse nell’operationi a priori, corrispondendo al metodo tenuto da loro con la persona d’esso Maggiore in Trieste, prescrittogli dalla savia diretione dell’eccellentissimo Prencipe, coll’ogetto di coltivare con tali dimostrazioni la buona corrispondenza, tra quali persone osservò che tre di loro nascondevano le proprie effigi sotto la crescita di mostachi, barbe posticcie, il che promosse in lui il motivo di comparire ad esponermi la presente notizia, havendo nel discorso raccolto che il General d’Erbestein, già passato a Vienna, sia da di là ritornato con l’elezione al generalato di Graz, dove al presente s’attrova.
Continuano poi in Trieste ad ingrossarsi le provigioni per il trasporto al campo imperiale, attrovandosi presentemente in pronto cinque barche cariche di biade, le quali stanno leste alla mossa per sciogliere a primo tempo.
Tengo stessamente relazioni che in Fiume si fabricano a spese de particolari quattro fregade di portata di 20 pezzi di cannone per cadauna, per spedirle in Carso, oltre la galeotta grande, due fuste e tre bergantini di già partiti, e in breve siano anco per uscire tre tartane, con l’ogetto di passare ad unirsi in Ancona con altre due fuste del Marchese del Vasto, ed inoltrarsi poi a corseggiare le acque delle rive del Regno di Napoli, continuandosi anco colà l’ammassamento di proviande per l’armamento.
Sperano queste mie devotissime applicationi il clementissimo compatimento di Vostra Serenità, et andarò continuando nell’uso delle medesime per rendere meno inutile il mio servitio. Gratie.
Capodistria, 8 marzo 1704.
Vincenzo Gritti, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.