1 marzo| 1704 Vincenzo Gritti
Dispaccio del 24 agosto| 1704|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
comandato da Vostra Serenità, con ducali dei 19 giugno decorso, d’humiliare le mie ossequiosissime informationi sopra le discrepanze che vertono tra gli habitanti della terra di Rovigno per l’elettione del medico, devo rassegnare alla venerata cognitione della Serenità Vostra rilevarsi esse (!) due li medici che servono in condotta a quel populo numeroso, il primo de quali si è il dottor Cesare Balsamo, che ha di condotta ducati trecento all’anno, e viene pagato col denaro parte della Cassa della communità, e parte da quella del Fontico, et è molto tempo che serve, havendo consumate più condotte, e terminerà la corrente l’anno venturo 1707, nel giorno decimo ottavo del mese di maggio, l’altro si era il dottor Camillo Tura, tutti due forestieri, che ha terminata la condotta nel giorno dei 18 cadente, pagato col solo denaro della Cassa della communità, con stipendio di ducati 260, in luoco del quale s’attrova presentemente eletto il dottor Zuane Albanese, nativo della terra, e seguì l’eletione sua nel giorno 21 ottobre decorso a pieni voti del Consiglio.
Di questa eletione con scrittura trasmessa a Vostra Serenità nel giorno dei 15 maggio caduto, se ne sono agravati li Giudici e Sindico d’essa communità, pretendendo che sia l’eletione disordinata, e contro la parte presa in quel Consiglio l’anno 1662, nel decimo giorno del mese d’aprile, con la quale è stato decretato che li riguardi in essa espressi non possa essere proposto, né balotato per medico, sotto qual si voglia colore o pretesto, alcuno cittadino, o habitante in Rovigno, o alcuno altro che tenesse congiunture di parentella con alcuno, e nel caso che fosse proposta e balotata s’intendi nulla; alla quale, tutto che confirmata dalla Serenità Vostra con ducali presenti nel giorno dei 27 del mese di aprile sudetto, si vede essere stato derogato; mentre si raccoglie d’altra parte 1676, 22 novembre, che convocato il Consiglio con l’oggetto di levare i disordini introdotti nell’elettione del medico, seguita nella persona del dottor Iseppo Sponza, nativo del paese, fu preso che, terminata la condotta del medesimo s’intendesse escluso nell’avenire, come nativo, e ne riportò l’aprobatione dei Vostra Serenità, doppo viste l’informationi, come dimostrano le ducali 20 marzo 1677; l’anno poi 1679, ai 12 di marzo, chiamato di nuovo il Consiglio sopra questa materia, fu preso a favore del dottor Iseppo Sponza la retratazione della suacenata parte 22 novembre 1676, con la nuova sua eletione in medico confirmata dalla Serenità Vostra col decreto 24 marzo in Pregadi l’anno sudetto 1679, diretto al Podestà di Rovigno di questo tenore:
Col buon oggetto di rendere consolata cotesta communità nell’istanze da voi accompagnateci, volentieri concore il Senato a concedere medesima la facoltà di poter admettere all’esercitio di medico della medesima il dottor Iseppo Sponza, non ostante la parte 22 novembre 1676, mossa la medesima communità dal buon servicio dello stesso prestato per il passato dall’esperienza sua, e dalla pontualità con la quale ha a’ medesimi per lungo tempo servito.
Con quest’esempio, seguita la di lui morte, fu eletto alla condotta l’anno 1680 a pienissimo voto il dottor Christoforo Sponza, ch’all’hora s’attrovava in condotta nella terra di Montona, e fu confirmato l’anno 1683 per anni cinque, e balotato l’anno 89, in concorenza del medesimo dottor Flaminio Pazzarie, restò eletto col concorso di voti 60 di più, e morì in condotta l’anno susseguente 1690, nel giorno dei 16 decembre, l’anno poi ultimamente decorso, 1703, a’ 23 settembre convocato il Consiglio, fu presa parte ch’avvicinandosi il termine delle condotte de medici, per evitare gli abusi nell’eletione e conferma de medesimi, come pure perché li cittadini possino conoscersi et essere riconosciuti da concorenti, et habbino il beneficio di sciegliere tra molti il migliore, ch’in avenire non possa essere balotato alcun medico se prima non sarano publicati gli editi e data libertà al concorso quindeci giorni avanti la sua balotatione, anco possi ogni persona, sì terriera come forestiera, purché habbia li propri e necessarii loro requisiti, a tal eletione concorrere, e sia in arbitrio del Consiglio d’elegere quello che adesso parerà più sufficiente. Publicato l’editto, et admessa la supplica fu nel giorno sudetto dei 21 ottobre, eletto con voti 166, e contro sei, subintrando nella condotta che sosteneva il dottor Camillo Tura, terminata come sopra. Gratie etc.
Capodistria, 24 agosto 1704.
Vincenzo Gritti, Podestà e Capitanio, con giuramento.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.