1 marzo| 1704 Vincenzo Gritti
Dispaccio del 13 ottobre| 1704|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
l’anno 1685 l’eccellentissimo signor Giacomo Gabriel, precessore, fecce, in ordine alle sovrane comissioni della Serenità Vostra, seguire la vendita degl’animali delle Scuole di San Lorenzo e suo territorio, e ne ricavò la somma di lire 3.675, quali furono da lui contate nel corpo delle lire 37.145, soldi 10, trate dalla vendita pure d’animali delle Scuole tutte della provincia, nella Cassa del Consiglier del Deposito di Cecca, in esecutione del decretto dell’eccellentissimo Senato 15 febraro dell’anno sudetto 1695 more veneto, nel quale fu ordinato che da questa Cassa col soldo del datio dell’oglio fosse corrisposto sopra questo capitale il pro di cinque per cento annuo, ripartitamente giusto il loro credito, e ne furono formate le note sopra i libri dei deppositi nell’officio dell’oglio, come si raccoglier dal tenore delle ducali del giorno sudetto dei 15 febraro. Ma non havendo l’esaustezza di questa Camera, che non è di gran lunga bastante per se stessa a supplire ai dispendii delle mensuali occorrenze, mai potuto adempire in alcuna parte la corrisponsione dell’agravio, vano esse Scuole di San Lorenzo e suo territorio creditrici di pro decorsi d’anni otto dal giorno suaccennato dei 15 febraro 1685 more veneto, sino l’anno de 1708, 15 sudetto, lire 1.490 valuta corrente, come dimostra l’annessa nota del Scontro. Comandato per ciò dalla Serenità Vostra con ducali del 8 dello stesso mese ultimamente caduto, solo hieri pervenutemi, di rassegnare le presenti riverentissime notitie per il contenuto delle lettere inserte di quel nobil huomo rappresentante, ne esseguisco col più humile ossequio l’adempimento. Gratie etc.
Capodistria, 13 ottobre 1704.
Vincenzo Gritti, Podestà e Capitanio.
Allegati: dispaccio del podestà di San Lorenzo, riguardante i fatti sopra narrati, del quale si fornisce qui di seguito la trascrizione (1 c.); fede che attesta il credito delle scuole di San Lorenzo nei confronti della cassa di Capodistria (1 c.); fede che attesta che le scuole di San Lorenzo non avevano ricevuto alcun versamento dalla cassa di Capodistria (1 c.).
Serenissimo Principe,
pervenuto a questa regenza, fu mia principal causa il far riveder i libri di queste Scuole da Ragionato particolare da me deputato, perch’anco dal Proveditor delle medesime mi fu subito rappresentanta la povertà di quelle, et il bisogno che hanno delle cose necessarie al culto di Dio e de paramenti et utensili per servitio della chiesa maggior Colleggiata. Sei trovarono di certi debitori, e spetialmente di quelli che per sole particolar diligenze o perquisitioni sono stati scoperti, ma per hora niente si può conseguire da essi debitori, attesa la misera dei sudditi estenuati dalla sterilità dei raccolti passati, a’ quali si deve cometer indulto di sodisfar essi debiti in rate con poco all’anno, secondo la qualità delle prime et quantità de debiti.
Ma mi fa conoscere il detto Proveditor ch’esse chiese devenero così esauste da quando, sotto l’illustrissimo et eccellentissimo Gabriel, già Podestà e Capitanio di Capodistria, gli sono stati venduti gl’animali, da quali ne traevano considerabil utile, se bene però non haverebbero sentito detrimento quando fosse stato esequito l’ordine espresso della Serenità Vostra commesso in ducali di 15 febraro 1695, cioè che fosse corrisposto il pro di 5 per cento sopra li capitali di detti animali, importanti lire 3.675, soldi 3, col denaro del datio dell’oglio di questa provincia, poiché mai s’è potuto conseguire un soldo per tal conto, tutto che più volte s’è portato persona in Capodistria a tal effetto, con spesa et aggravio d’essi luochi pii e si è senza speranza di conseguirne anco in avvenire di tal ragione.
Per il che, e sopra l’instanze del predetto Proveditor d’esse Scuole, con tutta rassegnatione humilio alla Serenità Vostra le notitie di tali emergenze, acciò dall’infalibile sua sapienza sia provisto e facilitato il pagamento di detti pro trascorsi e venturi; raccorderei col riverentissimo mio sentimento o col denaro di qualunque sorte della Cmera Fiscale di detta città di Capodistria, o della Cassa publica in cotesta Dominante, affinché habbino li antedetti lochi pii facile la consecutione de detti pro et il modo di mantener il decoro divino, come a punto è intentione della Serenità Vostra, alli di cui maggiori riflessi però sottomettendomi totalmente e con tutto l’ossequio m’inchino. Gratie etc.
San Lorenzo, li 2 gennaio 1703, more veneto.
Antonio (...) Gritti, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.