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1 marzo| 1704 Vincenzo Gritti

Dispaccio del 19 ottobre| 1704|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
si trova tuttavia fuori la galeotta che ho sollecitato di respedire ancora la settimana passata, sopra l’avviso ricevuto che nel litorale austriaco era stata sospesa la proibizione, precedentemente fatta, del corso, e che fossero perciò sortiti di nuovo dei legni di malaffare. Alcuni pure se ne andavano allestendo a quella parte, et a Trieste, ritornato ultimamente il già mentovato feluccone napolitano con una marsigliana ch’era diretta, come vien detto, con sali per il partito di Ferrara, applicano ora quei della città, allettati dall’esempio, a por in ordine un altro loro bregantino. Tiratolo in terra, lo fanno prolungare coll’opera di due maestranze veneziane, sopra quali non mancherò d’aver l’occhio per veder di sviarli di là con destra maniera, acciò non s’ingeriscano fuori dello Stato in faccende del loro mestiere, che riesce tanto pernicioso alla quiete de sudditi per le molestie di simili bastimenti.
Vengono intanto licenziate le milizie pagate di quel pressidio per disposizione ecconomica della Camera di Gratz, e vi saranno introdotte solamente cento cernide del paese, et elette altrettante dal luogo che tutte comanderà un tal Capitan Giuliani.
Li cinquanta però soldati tedeschi disposti al confine, per i riguardi, in altre mie accennati, delle gabelle, dovranno continuar a persistere ne loro posti. È stato pure dato il congedo al Generale Baron di Cuslein, che s’allestisse per il viaggio di Vienna, e confida che da quella Corte possa esser disapprovata e la licenza che vien data a lui, et il sudetto disarmo, giudicandoli egli per anco inopportuno. S’era vociferato che prima di partire dissegnasse di venir qui per veder la città, ma non è capitata che una sua nipote, accompagnata dal Luogotenente e da diversi servi e, appagata la curiosità, dopo la permanenza d’una notte, è ritornata a Trieste.
Da quel Cancelliere Camerale mi viene esibito un huomo da remo, e dimanda nella sua lettera, ch’in copia unisco, il sodisfacimento delle spese del processo et altro. Per i condannati alla galera a vita della giurisdizione di cui è questo d’addesso, s’è costumato fare l’esborso di ducati quaranta correnti. Io però senza prender alcun impegno, ho risposto con rimostranze d’aggradimento, per attender nel mentre le sovrane prescrizioni della Serenità Vostra circa l’assenso e di ricever il galeotto, e del modo di pagarlo.
Il scarso racolto de grani che s’è fatto l’anno presente in provincia pone, a causa della penuria, che da pertutto si prova, in applicazione del provedimento, acciò non manchi il modo a questo Fontico di tener sovvenuto d’un tanto essenziale requisito l’universale degl’abitanti e della giurisdizione. I Sindaci della comunità hanno trattata la compreda d’una porzione del frumento che si trova in Parenzo, per la summa di 900 stara, scaricato mesi sono dal bastimento del patron Zorzi Stamatello. Ma avvisando l’eccellentissimo signor Capitan delle Rive esser stato comandato con publiche ducali di non permetterne l’estrazione che solo per la Dominante, non posso che umiliare il bisogno e supplicare con tutto l’ossequio sii levato l’ostacolo, quando così lo giudichi propio la summa benignità dell’Eccellenze Vostre, col fine di render questi sudditi consolati nei mezzi del loro mantenimento.
Due altri dazii del pane e della grassa m’è riuscito d’affittare in questi giorni, con qualche accrescimento che apparirà dall’annesso foglio. E come sin’ora in tutti gl’altri già deliberati ho provato l’istessa buona sorte, così non dispero di veder secondate le mie fiacche, ma devote attenzioni anco per quelli che andranno maturando nell’avvenire. Grazie etc.
Capodistria, 19 ottobre 1704.

Vincenzo Gritti, Podestà e Capitanio.

Allegati: lista di dazi affittati (1 c.); dispaccio del cancelliere camerale di Trieste, riguardante il trasferimento del condannato (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.