21 ottobre| 1702 - 1704 Ferdinando Priuli
Dispaccio del 1| febbraio| 1704|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
la comparsa, seguita l’altro hieri nell’acque di Pirano, d’un’armata francese, unito a tre tartane e al petacchio fiamengo ultimamente predato e riddotto ad uso di guerra, fa ch’io comparisca nuovamente all’eccellentissimo Senato, quando credevo sollevate le Vostre reali occupationi dalle moleste mie debolezze. Aprodato anco poco doppo a questa città in una barca da Rovigno Bortolo Novau, solito habitare col titolo di Console di Francia in quella terra, confesso che sono stato sorpreso da qualche giusta gelosia de suoi andamenti; tanto più che ho veduto più distintamente fermarsi le di lui osservationi verso questo porto, dove s’havevano rifuggiato due bastimenti imperiali sopra l’aviso degli arrivati legni in Pirano, sperando sicurezza sotto questo recinto e in vicinanza della publica galeotta. Dubitando però che potessero spedire le lancie a pratticare qualche insulto o violenza, ho disposto le più caute preavvertenze per divertire in ogni caso tanto ingiurioso attentato, e nell’istesso tempo ho fatto destramente insinuare più confacevole a’ patroni di detti bastimenti il proseguire col beneficio del vento i loro viaggi, uno verso Lovrana, l’altro a cotesta Dominante, del che persuasi, havendo essequito, mi hanno lasciato libero da questa spinosa agitazione. Invisibili affari del Novau in questa città non hanno versato che a consigliare un suo litiggio civile, o perché veramente con ricercare il suo interesse, o per coprire le sue caute esplorationi, essendo persona intieramente sagace. Si è poi partito per la terra d’Isola, dove io da prudente soggetto l’ho fatto seguitare per rillevarne gli andamenti. Qualsisia il racoltesi dalle sue voci, correlative anco a quelle degli armatori francesi, io lo riferirò all’eccellentissimo Senato; si è espresso che il suo Re in due campagne ancora spera di terminar gloriosamente la guerra, sicuro di essigere ricerche di pace a suo piacimento, versare presentemente le più pressanti aplicationi a staccare gli aleati dall’Impero, e, come è stata opera de suoi maneggi la mossa de ribelli in Ungheria, l’arenarsi della flotta olandese senza arrivare nel Mediterraneo e l’alienatione de primi commandanti dal servitio, così sperava in breve di riddurre il Portogallo nell’indifferenze della prima neutralità; vi aggionge che sarà numerosa la comparsa in quest’anno de’ legni francesi nell’Adriatico, uniti a qualche numero di galere, doversi finalmente troncare il corso alle proviande e a quei mezi che mantengono la guerra in Italia, e che si esseguiranno, spero, quelle risolutioni che negl’anni passati sono state solamente dalla bontà del suo Re minacciate, senza frutto d’alcun documento. Se così è, Fiume e Trieste saranno li oggetti delle principali intraprese, tanto più che li spasimi e consternationi troppo vili e ben note sono veramente inviti a’ loro nemici.
Doveranno in questo caso i legni francesi dar fondo nella Valle di Muggia, il di cui recinto meriterà qualche riflesso, e dove non saranno inutili le fortificationi e lavori hora eretti, quando però resteranno guardati da qualche numero di militia e sufficiente genere d’artigliaria; al qual passo devo humilmente considerare che la carica di Castellano in quel luoco, solita dispensarsi dal Serenissimo Maggior Consiglio, sono già molti anni che, ricusata da patricii per la sua tenue rendita de ducati undeci in circa al mese; crederei però opportuno nelle presenti congionture restituirla al carattere che finalmente ha inserto nelle viscere l’amore e la fedeltà verso la patria, con l’assegnamento d’altri ducati dieci del dacio dell’oglio, che già s’attrova con tanto publico avantaggio affittato; con che, e con qualche altra utilità incerta solita a quella carica, potrebbe esser, fa l’abondanza particolare naturale paese, sostenuta. Il Baron Marenti in Trieste va formando una compagnia de cavalli per unirli al reggimento di Haiister; che è quanto può il mio humilissimo debito negli ultimi periodi del suo impiego humiliare alla Publica Maestà. Gratie etc.
Capodistria, primo febraro 1704.
Ferdinando Priuli, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.