1 marzo| 1704 Vincenzo Gritti
Dispaccio del 11 gennaio| 1705|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
avevo raccolto, et attendevo solo che la perversità de tempi dasse luogo alla partenza di qualche barca, per render la Serenità Vostra con umilissimo rispetto raguagliata, che si vociferava fossero arrivate commessioni a Segna, Fiume e luoghi del convicino litorale, per la compreda de cannoni da bastimenti che per avventura capitassero a quelle rive; intendessero gl’imperiali servirsi di detta artigliaria nell’armo d’una, come grossa, tartana che avevano, et altri legni che volevano fabricare et ciò per assicurar il passaggio delle proviande da quelle parti alla Mesola in sussidio della loro armata, che si promettevano numerosa nella prossima primavera in Italia; vi fossero già delle provisioni allestite ne magazeni delle sudette piazze, e che ne doveva capitar in maggior quantità, impeditane adesso la condotta a causa delle gran navi che tengono chiuse le strade de monti; che a Trieste pure, cessata la stessa difficoltà, ne avesse da venire, dove vi erano in essere le rimaste dagl’anni passati, che non son molte. Incaricandomi però la Serenità Vostra, con venerate ducali dei 20 del decorso decembre, ieri ricevute, di ricavar in questo proposito le più fondate notizie, replicherò l’uso di caute diligenze. E, giacché mi vedo destinato in provincia, per la disciplina delle cernide, il Sargente Maggiore Conte Furegoni, mi valerò anche del suo mezzo con speranza che possa riuscir fruttuoso, attese le corrispondenze altre volte tenute con suo merito servendo l’eccellentissimo signor Capitan delle Rive Donado. Admesso intanto all’impiego, l’ho spedito verso Pola perché dii principio ad esercitar le sue incombenze.
Il petacchio mandato qui dal partitante de sali di Buccari con l’avvisata ferramenta, dopo essersi fermato da dieci giorni, è partito all’improvviso senza che me ne abbia dato il Capitanio del medesimo alcun motivo. Ho poi saputo che, trasferitosi a Trieste, aveva posto in terra il suo carico per farne uno de sali che li venivano colà somministrati, da condur a Buccari sudetto, dove se ne provava scarsezza. Vi era anzi una marcilliana già carica di tale requisito per quelle bande, passatane qualcheduna, per quanto intendo, anco in tempo che mi trovavo in visita; la qual continuazione di perniciosi trasporti m’ha persuaso di darne un tocco all’eccellentissimo signor Provveditor d’Armata Loredan, per quel riflesso che la sua somma prudenza avesse creduto di prestarvi, in ordine alle publiche istruzioni sopra la libertà dell’abusivo comercio.
Intento nel mentre a procurare il possibile vantaggio nelle rendite della Camera a sollevo de suoi aggravii, m’è sortito d’augumentare nella presente affittanza di 900 lire di bona valuta in circa dalle passate condotte i due dazii dell’osterie delle ville, unito con quello de molini, e l’altro dell’osterie della città, che, uniformandomi alla pratica sin’ora corsa, ho deliberato per quattro anni, come meglio vedranno l’Eccellenze Vostre dall’alligato foglio.
Ricevuto dalla giurisdizione del Castelnovo il galeotto che la Serenità Vostra ha assentito che si prenda con l’esborso delli soliti ducati quaranta, s’è sotto la dovuta custodia accompagnato all’obbedienza dell’eccellentissimo Magistrato all’Armar, et è stata partecipata all’eccellentissimo signor Savier Cassier la qualità del soldo di cui mi son valso, in conformità di quanto mi restò allora prescritto. Grazie etc.
Capodistria, 11 gennaio 1704, more veneto.
Vincenzo Gritti, Podestà e Capitanio.
Allegato: nota sull’affitto dei dazi delle osterie delle ville unito con quello dei mulini e del dazio dell’osterie della città (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.