1 marzo| 1704 Vincenzo Gritti
Dispaccio del 5| febbraio| 1705|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
prima di capitarmi i riscontri che non ho mancato di procurare con i mezzi possibili, per ubbidir Vostra Serenità, circa la vociferata unione di provisioni alle Rive austriache e loro trasporto per il golfo, mi sono pervenute l’altre publiche consimili ossequiate commessioni de dì 17 genaro decorso.
Ricavo però, in corrispondenza dei sudetti motivi, che specialmente a Fiume vadino calando alla sfillata dal Cragno cavalli carichi e carri con bote di farine e grani, sollecitandosene la raccolta sopra la voce corsa che, mancando nel Bresciano il foraggio, possa tirarsi verso il Po il campo cesareo, et aver bisogno d’esser soccorso di viveri anco da queste parti. Hanno gl’austriaci di loro ragione due petacchi, alcuni fregadoni et altri legni più piccoli da servirsene nel trasporto alla Mesola, et in caso che l’urgenza stringesse, tengono la mira sopra le marcilliane venete che andassero capitando a quelle rive per negozio. Qui anzi a Trieste, sul supposto che la predetta mozzione dovesse seguir subito, s’erano di già proveduti di qualche bastimento forastiero, che ora impiegano in altro carico. Nel tempo stesso, superando gl’ostacoli della stagione, hanno fatto venir in pochi giorni da Lubiana e parti vicine da mille quattrocento carra che portano circa sei stara l’uno di frumenti, orzo e vena. Vi si attendono maggior quantità de grani e munizioni, tenendo già raccolte un buon provedimento di solfere; ma quello ch’è di rilevanza ancora intendo trovarsi colà due Capitani napolitani dipendenti dal Marchese del Vasto, capitati da Vienna con dissegno d’armar in Carso, al qual fine pare che vengano mantenuti a spese della Camera di Gratz da vinticinque e trenta forusciti regnicoli e spagnoli. Sono universali le disseminazioni che si rinnoverà nella prossima stagione la passata molestia de pirati, e le apparenze la fanno temere, mentre ho dei avvisi inoltre che a Fiume siano stati posti in stiva della tartana nelle precedenti mie motivata quattro cannoni, e ciò perché, senza dar presentemente nell’occhio, si trovi armata quando farà bisogno ch’esca al mare. Sarà parte della mia umilissima attenzione d’andar raccogliendo il più che mi sarà permesso per inchinarne sempre le dovute notizie a lume della Serenità Vostra, e renderne l’eccellentissimo signor Proveditor d’Armata avvertito.
Mi arriva pure in questi giorni l’altro importante incarico dell’unione di cinquecento cernide per l’occorrenze della Terraferma. Con fiducia d’incontrare il publico venerato sentimento, persuaso dai motivi del zelo che hanno avuto in simili occasioni gli eccellentissimi miei precessori, mi trasferirò in atto di pontual rassegnazione per i quartieri della provincia ad esequir la prescritta cavata. Farò nel mentre precorrere quegl’ordini migliori che possano disponer alla facilità possibile l’esecuzione che stimo possa opportunamente principiarsi per li primi del venturo, accio non corra senza proposito l’aggravio delle paghe. Il contante che per supplir alle stesse et altre spese dispone di mandar qui Vostra Serenità, sarà atteso dal mio rispetto per andar adempendo in ogni parte in quanto me lo concederà la scarsa abilità anco questa premurosa incombenza. Grazie etc.
Capodistria, 5 febbraio 1704, more veneto.
Vincenzo Gritti, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.