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1 gennaio| 1704 Giacomo Barbaro

Dispaccio del 29 novembre| 1704|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
humiliatomi alle riverite commissioni di Vostra Serenità ingiontemi con ducali 15 del cadente novembre, pervenutemi solo l’altro hieri, non tralascio momento di tempo in renderle esequite e rassegnar a Vostre Eccellenze, in testimonio della mia pronta ubbidienza, le possibili distinte notitie dello stato di questa fortezza, essaminato con espressa occulata osservatione per ben adempire le publiche venerate prescritioni. È formata la fortezza stessa sopra un picciolo quadrato perfetto di quatro baloardi, giusta all’annesso dissegno d’aviso. Gira in tutto passi geometrici ducento ottanta in circa; nel mezo d’ogni cortina havea aperta una picciola porta, che doveva servir solo a qualche occorsa estraordinaria, vedendosene una sola grande all’uso ordinario, che presentemente si scopre convertita in una picciola chiesa con un solo altare. Tutto il circuito della muraglia è ben conservato et quanto basta consistente; ha sei passi geometrici d’altezza, quando però vi si tolga alla radice una quantità di terra che presentemente ne tiene sepolta gran parte, forse sino al tempo della sua costrutione, che tutto fu lasciato imperfetto, come ben si vede da una apertura nella muraglia stessa che dà al presente l’ingresso dentro al recinto. Chiude questo due sole case diroccate che indicano haver servito ad uso di quartieri per la poca militia doveva pressidiarla. Come queste particolarità serviranno di lume alle loro sapientissime deliberationi, così, avanzandomi con le notitie, comprendo che nel sito del recinto potrà capire una chiesa et una casa di qualche commodo, oltre quatro non piccioli quartieri, et anche alcun magazeno per assicurare le publiche munitioni et apprestamenti, la qualità et quantità de quali soggetto a Vostre Eccellenze nell’annesso ristretto, aggiungendo che presentemente tutto essiste per necessità con pratica disordinata nella casa particolare del Capo.
Né molto di tempo, né dispendio potrebbe rimetter questo angusto abbandonato recinto in qualche buona figura; ben conoscendo Vostre Eccellenze che, escavata la fossa per scoprir la muraglia, aggiustate le porte coperti li quartieri di cui stanno in piedi i suoi muri, et formato un ponte per darvi l’ingresso, sarebbe al presente superfluo ogni altro maggior impegno di spesa in opere inutili. Il territorio fornirà legnami e calzine, et i paesani con l’opera personale et spontanea suppliranno ai lavori di terra che sono più importanti e di maggior peso. La nota distinta dei pochi materiali s’haverà da quel protto che fosse spedito, quando paresse a Vostra Serenità girar l’occhi della sua providenza a questa parte, ancora esposta nello stato presente all’indecoro, non senza pericolo pure nella totale mancanza di ricovero in qualumque caso, giacente a terra la poca artigliaria in numero di sei pezzi che, montati e ben situati, battendo le rive nel porto, darebbero a bastimenti forestieri principalmente qualche honesta impressione di questo luogo, dove egualmente che negli altri dell’augusto Dominio hanno a riportar tutto il rispetto le reggie publiche insegne. In ogni caso io sarò sempre con l’ossequio più profondo e con il zelo più fervoroso alle publiche dispositioni, anco in questo proposito in cui si faticherà non esser inferiore a se stessa la mia attentione, lungamente in passato essercitata in tempi e congiunture ben più difficili, nel glorioso honore di servire alla patria. Gratie etc.
Pola, 29 novembre 1704.

Giacomo Barbaro, Conte e Provveditore.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.