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2 luglio| 1705 Tomaso Morosini

Dispaccio del 27 luglio| 1705|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
terminando nel vicino mese di agosto il dacio della pescaria di questa città, che è di anni doi per condotta, e per ciò portato sopra l’incanto, mi è stata fatta l’unita esibitione da Francesco Bonis per doi condote di lire 2.780 buona valuta, per tutti quattro li anni, che vengono ad esser lire 1.390 per condota con accrescimento di lire 108 correnti della condota passata, e molto più rispetto alle tre condote precedenti; per trattarsi però di maggior tempo dell’ordinario benché vi sia il publico vantaggio, ricevuta l’offerta, resta humiliata alli sovrani beneplaciti di Vostra Serenità con la nota delle cinque condotte decorse come nel foglio numero 2.
Per il dacio poi de vini per terre aliene principiato il primo del corrente, a primo prospeto mi fu supposto disperato il caso di affittarlo per nissuna maniera rispetto all’estremo prezzo, che il calor della concorrenza l’ha riddotto li due ultimi anni passati, come ne’ precorsi il motivo a Vostra Serenità, non solo per l’evidente discapito del condutore passato, ma per gl’accrescimento ultimamente fatto delle mude arciducali, che restringe il comercio con questa città e provincia.
Ad ogni modo nelle insinuationi che vado praticando mi sucede ricavare un’esibitione di lire tre mille per l’anno corrente, la quale come ineguale alla passata, benché non dispari delle precedenti, haverei ribrezzo di humiliare ai riflessi di Vostra Serenità, quando non prevedessi che il lasciarlo correr per conto della Serenità Vostra non fosse per riuscire certamente più ruinoso e con maggior publico discapito, come le esperienze lo fan conoscer continuamente. Fatte estender le mie diligenze senza le novità dell’accrescimento delle mude arciducali con l’essame di quei sudditi che capitano a prender sale in questa città, dicono che sono circa 20 giorni che dette mude sono state su(...)cinte una petizza per staro, che sono 26 soldi correnti della nostra moneta, la qual petizza pretendono d’essigere antecipatamente quando vengono a proveder il sale medesimo, onde queste frequenti novità de Ministri arciducali, che difficultano e restringono il comercio di quelli con questi su(dditi), dan motivo alli interessati nel partito del sale di ricorrere con scrittura che humilio alli sovrani riflessi della Serenità Vostra. Anco per il dacio dell’imbotadura, che in tutta la provincia si estende solamente senza questa città e territorio, prevedo delle difficoltà per la scarsezza delle future vendemie, dimostrata dal stato presente della campagna; l’interesse però del publico patrimonio sarà custodito nel mio cuore, conservato e promosso con tutto lo sforzo della mia humilissima atenzione in tutti i tempi e congionture.
Nell’ordine militare conoscendomi in qualche distinta obligatione, havendo osservato che i Capitani delle cernide della provincia si trattengono per il più in questa città, li ho ammoniti di portarsi ai loro posti, e di adempire alle loro incombenze; mentre con ducali di Vostra Serenità dei 14 marzo prossimo passato all’illustrissimo precessore direte, in risposta dell’estratione delli 500 soldati spediti in Dalmatia, restando a mio carico il supremo commando di espurgare, e riempire li roli, poiché per detta estrazione le compagnie s’attrovano non poco diminuite, sarà terminate le facende della campagna, opportunamente suplito dalla mia obedienza al medesimo supremo comando col conferirmi in provincia alli luochi soliti, e destinati a queste publiche fontioni.
Capodistria, 27 luglio 1705.

Tomaso Moresini, Podestà e Capitanio.

Allegati: n. 4 dispaccio riguardante l’accrescimento delle mude imperiali sul sale proveniente dai territori della Serenissima (1 carta); n. 1 nota del conduttore del dazio della pescheria (1 carta); n. 2 lista dei valori di affittanza del dazio della pescheria (1 carta); nota delle affittanze del dazio dei vini (1 carta); n. 3 nota del conduttore del dazio dei vini (1 carta).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 86.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.