2 luglio| 1705 Tomaso Morosini
Dispaccio del 18 agosto| 1705|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
con sentenza arbitraria di Trento 1535, terminate molte differenze de confini tra gli austriaci e li veneti, restarono ad altro tempo rimesse quelle di questa provincia, le quali, per il tratto di una lingua di terra di longhezza di circa cinque miglia e mezo in larghezza, col titolo di differenze restarono in uso di pascolo promisquo tra quelli di San Lorenzo e Montona, e quelli di Pisino sudditi austriaci; le quali differenze sono poi state sempre un seminario di contese tra una parte e l’altra, e col progresso del tempo, ingrossati li habianti (!) del contado sul limitar de confini, hanno preteso di superchiare superchiare la toleranza dei sudditi veneti, pretendendo non solo maggior arbitrio sopra il terreno delle differenze, ma di usurparsi il possesso e di render ambulatori i confini, essendosi in questi ultimi anni avanzati temerariamente a danegiare con pascoli, taglio d’erba e legne sino nella fineda de gl’habitanti di Monpaderno, villa della giurisdizione di Montona, confinante col contado di Pisino, pretendendo in questa forma di far proprie le differenze e di far differenze le finede proprie, ed indubitata raggione de sudditi di Monpaderno.
E quindi ha preso motivo le riverentissime supplicationi de quei poveri habitanti a’ piedi di Vostra Serenità, a dolersi di questi danni e delle continue rapressaglie de loro animali delle differenze a Pisino, che convergono poi rescatare a forza di prezzo.
In ordine però alle riverentissime commissioni di Vostra Serenità in ducali 28 luglio decorso, ho conferito con quelli signori Conte Francesco del Tacco et Andrea Fini, Proveditori ai Confini, per rassegnare le presenti huumilissime informationi alla Serenità Vostra, dalle quali rissultando senza dubio i danni a quelli suoi fedelissimi sudditi e l’usurpatione de confini, che per altro constano da indubitati segni di pietre incise, e di masiere de sassi a questo effetto poste.
L’unico rimedio sarebbe una confischa di egual grado et autorità, per riconoscerli e terminarli o con la recognitione più precisa dei confini medesimi, o con la divisione delle differenze, cosa altre volte proposta e mai terminata, per la quale questi dignissimi signori Proveditori saranno sempre per dar i lumi e per impiegar l’opera per la conservatione delle publiche ragioni, mentre per il danno presente è difficile che conseguiscano il ressarcimento, quando al Capitanio di Pisino, naturalmente averso, non pervenisse con assoluto commando di essercitare a quei sudditi la giustitia che quelli pretendono in simili casi, anco con ecesso di rigore sopra li nostri; pretendendo d’avantaggo, et essendosi già usurpato quel Capitanio la giudicatura in qualche caso criminale e civile che succedono nelle differenze sopra i comuni sudditi, e si ramemora con horore l’essempio di un suddito veneto che per il taglio di due cara di legne in un bosco di quel contado fu condanato ducati cento senza alcuna citatione o atto giudiciario del reo, e ruinato (?) il reggimento di Montona per l’essecutione della sentenza, per(ché) non l’ottenne, fu commessa rapresaglia degli animali di altro suddito dell’istessa villa di Montreo, passato per privati interessi in quella giurisdizione, e fu condanato ducati cinquanta sotto pretesto di haver tagliato vinti anni primo certi palli o stanghe nel medesimo bosco di Zumesco sotto Pisino, che li convene accordare ad ogni partito, per recuperare la libertà e gl’animali, con spesa di ducati ottanta circa, e con rigorosa conditione, o prezzaria di scudi cento per lui e suoi posteri, di mai più entrare nel medesimo bosco. Da che ben può comprendere la Prudenza Publica le conseguenze de disturbi che patiscono li suoi fidelissimi sudditi in questi confini. Gratie etc.
Capodistria, 18 agosto 1705.
Tomaso Moresini, Podestà e Capitanio, con giuramento.
Allegati: supplica degli abitanti di Monpaderno (3 cc.); costituti concernenti la questione tra i sudditi veneti e gli abitanti di Pisino (8 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 86.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.