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3 novembre| 1706 Giovanni Foscarini

Dispaccio del 3| novembre| 1706|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
destinata dalla suprema auttorità della patria la fiacchezza del mio talento per sostennere il grave peso dell’incombenze che riguardano il publico servizio in questa provincia, mi sono rassegnato con quella cieca ubbidienza c’ho appreso come costume ereditario de miei maggiori.
Quest’essempio radicato nella mia humiltà, unito a quello di dover seguire l’ardore del loro zelo esteso negl’impieghi più rillevanti delle publiche dispositioni, mi serviranno di vivissimo impulso per adempire possibilmente alle mie parti. Se poi non potrà giungere l’attenzione di tutto lo spirito a quel frutto cui saranno diretti i miei oggetti, non sarà il diffetto della volontà, che si rassegna in olocausto perfetto della Serenità Vostra.
Per una buona introdutione in tutto ciò che mi concerne, mi serviranno le memorie di tanti degni concitadini c’hanno affaticato in questa rappresentanza, come l’Illustrissimo signor Tomaso Morosini, mio precessore, ha lasciato nell’universale un’ottima opinion di se stesso, con acquisto di quel merito che lo riconduce a’ piedi della Serenità Vostra.
Principalmente da Dio Signore, duce e scorta de’ più deboli, invocherò quel vigore che sia corrispondente all’istessa mia brama di non essere infruttuoso ne’ riguardi del publico venerato servizio, e doppo di questo giorno segnato per quello del mio arivo, anderò dillattandomi nella cognitione del più preciso et importante, per rassegnarmi con miglior frutto e con quel più che credessi degno de riflessi sapientissimi dell’Eccellenze Vostre. Gratie etc.
Capodistria, 3 novembre 1706.

Giovanni Foscarini, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 87.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.