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3 novembre| 1706 Giovanni Foscarini

Dispaccio del 16 novembre| 1706|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
apenna rassegnatomi a questa carica, ho cercato d’instruirmi di quanto potesse appartenermi, e da ciò mi trovo nell’obligo preciso della presente divotissima relatione.
Esteso il comando all’Illustrissimo mio precessore, con le venerate ducali 14 del passato agosto, di doversi assicurare della qualità e quantità di biade che potessero essere raccolte nel contado di Pisino, confinante con questa provincia, da imbarcarsi in porto di Leme, e da trasportarsi per conto de' tedeschi all’essercito in Italia, ho potuto comprendere non esser tuttavia stato humiliato a’ publici riflessi l’intiero delle cose, e trovando in attualità li carichi premessi, humilio alla Serenità Vostra il rillevato.
Nelli luoghi di Pisin, Zimin, Coridigo, Navach e Antignana del contado pur di Pisino, vi sarà una raccolta di circa cinque milla stara di formenti in luoghi chiamati caste, che vuol dire in quel linguaggio depositi, e questa summa si dice essere di ragione di decime aspettanti al Prencipe di detto contado, et al Capitanio, ch’è il Baron de Rovere da Fiume, e che ha tutta la sopraintendenza in presente.
Un tal Marotti, pure da Fiume, e Zorzi Radevich, Zuppano d’Antignana prenominata, si hanno unitamente assunto l’obligo di provedere l’armata cesarea in Italia di formento, biade e segalla senza haversi potuto penetrare a qual prezzo, e questi fanno seguir le condotte delle premesse provigioni dall’accennato contado di Pisino al canale di Leme, ove l’imbarcano facendole tradure in ponta di Po alla Mesola.
Nel trasporto si servono degl’animali e carri di quella giurisditione così obligati, et al caricadore vi sta un scrivano del Capitanio di Pisino, che da ogn’uno che conduce riceve un biglietto, conservandoli tutti in una filza, con l’annotatione della quantità della condotta. Già un mese è stata caricata una lattina grande con più di mille stara, sabbato passato la seconda con settecento circa, e di momenti s’attende la terza come succederà d’ogn’altro bastimento che vi capitasse a prezzo onesto. Le premesse latine caricate erano da Rimini, senz’alcuna scorta di soldati né d’arme, et hora è sotto il carico una peota da Trieste di tenu(ta) di 500 stara, il patrone della quale ha detto che servir doveva per la provigione della scudaria in Lipizza di Sua Maestà Cesarea. Che in Fiume s’attrovavano raccolte consimili provigioni, e che a Trieste erano stati sequestrati tutti li bastimenti essistenti in quel porto per un consimile tragitto, mentre in que’ magazeni s’attrova raccolta non picciola quantità di botte di farina e biade sino dalla passata estate. Dalla voce d’un religioso poi d’Antignana, nominato padre Zorzi Antonivich, s’è rillevato che le biade tutte che si trasportano dal contado di Pisino, siano di rendita del Principe e del Capitanio, comperate da Marotti e Radenich, de quali pare sia il negotio. Pure non può dirsi che non vi possa essere di più, e mentre sin qui m’è riuscito raccogliere le premesse notitie, studierò di star con egual attentione per l’avenire e procurerò anco di ricevere maggiori lumi dalla parte di Trieste. Intanto ho incaricato l’Illustrissimo signor Podestà di San Lorenzo, vicino al canale di Leme, della cui giurisditione è il caricadore, che sappia rifferirmi distintamente quant’andasse succedendo, ma senza un offitiale d’habilità e di fede sarà difficile poter continuare le premesse diligenze. Presentemente mi sono servito del Sargente Maggior signor Battista Conforti, veramente capace per consimili occasioni, tanto più che possiede la lingua todesca, oltre una somma habilità, e lo ha fatto senz’alcun emolumento, come per l’occasioni venture, oltre il soggetto, vi vorebbe il modo di rissarcirlo da dispendii. Quattro sono li Maggiori destinati in questa provincia per i mottivi dell’emergenze passate, ma essendomi stat’ingionto in questi momenti con le ducali 28 del passato ottobre di licenciarli, lo farò con prontezza per la prima congiontura d’imbarco, come ne crederei uno almeno necessario, il più capace non solo per l’essiggenze premesse, che per altri riguardi del publico servitio.
Mentre però in me non opra ch’il solo zelo di ben servire, così è lo stesso il mottivo che mi induce al premesso riflesso, per altro sarò sempre rassegnato ad ogni publico sovrano commando, ubbidito anco per quello riguarda il contenuto dell’altre ducali 30 ottobre, che riguardano il trasporto de vini per la Patria del Friuli a cautione del publico interesse. Gratie etc.
Capodistria, 16 novembre 1706.

Giovanni Foscarini, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 87.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.