3 novembre| 1706 Giovanni Foscarini
Dispaccio del 24 novembre| 1706|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
procurate anco dalla parte di Trieste le possibili notizie circa le proviggioni fatte da tedeschi per trasportarle all’essercito loro in Italia, m’è riuscito con facilità d’ottenere l’intento, mediante l’impiego del Sargente Maggior Conforti, della cui habilità mi sono pure servito nella raccolta delle precedenti humiliate a’ publici riflessi con le mie divotissime 16 cadente. Così, essendo nell’honore della relazione, dirò che da Gratz sono state spedite copiose proviande in bote piene di farine et altre biade, che attualmente s’attrovano raccolte nella stessa città di Trieste, come in molti villaggi circonvicini vi sono più magazeni con copia delle provigioni mentovate.
Ne’ passati giorni s’attendeva collà il signor Marchese la Priè, prima incaricato del signor Duca di Savoia alla Corte di Vienna, et hora Commissario all’armata cesarea, perché sotto la sua direttione seguisce l’imbarco et il trasporto alla Mesola, nella guisa che si va praticando dal contado di Pisino, come ho già rassegnato.
A tal effetto erano stati sequestrati tutti li bastimenti che s’attrovavano nel porto di Trieste mentovato, consistenti in alcune barche dette latine e peote naturali del paese, ma di buona portata.
Non essendo però comparso, si vano da que’ siti licentiando li bastimenti medesimi, e vien giudicato che non tenendo l’essercito in Italia urgente bisogno d’essere sovennuto, si differisca per tal riguardo ogni mossa.
Altri, internandosi in riflessi più proprii, asseriscono che, concambiata dal Marchese la Priè l’isola del Conte di Drin, detta Chiacoturno, prima assegnatale dalla Corte di Vienna, col contado di Pisino e due altre giurdisdittioni addiacenti, sia la di lui maggiore premura il consumo di queste, che riguardano le sue rendite particolari, risservando quelle di Trieste all’ultima occorenza. Certo è che le cose a queste parti si ritrovano nella positura premessa, senza che per hora vi sia di vantaggio. Succedendo, provederò d’esser attento per non mancar alle mie parti, in correlatione de quali humilio l’ingionta fede di quest’amiraglio dal cui contenuto spicca l’occorrenze della publica felucca, consignata al Capitan Malacuchia dal Capitan Zuanne Cernizza, con li diffetti medesimi. Imploro dunque il comando affinché sia proveduta dello stesso bisognevole, con che havrò campo più facile per disponerla in serviggio della Serenità Vostra, come pur troppo comprendo frequenti i motivi a’ quali si deve attendere con interessata riverenza, ch’è l’oggetto principale che mi conduce. Gratie etc.
Capodistria, 24 novembre 1706.
Giovanni Foscarini, Podestà e Capitanio.
Allegato: fede di Vincenzo Davanzo, ammiraglio, nella quale si descrivono i bisogni della pubblica feluca (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 87.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.