• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

3 novembre| 1706 Giovanni Foscarini

Dispaccio del 8| febbraio| 1707|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
tentate tutte le vie possibili non solo col mezo degl’incanti, che de’ maneggi a parte, oltre le molte praticate dall’Illustrissimo mio precessore per ottenere alcun abboccamento sopra li dacii d’instromenti e testamenti, delle beccarie, delle ville e del legname ritrovati al mio giunger in carica affittati, non è stato possibile di riuscirvi.
In tanto, terminate anco le locationi di quelli dell’osterie di fuori e molini, tutto ha servito per impossibilitarmi un buon fine.
Impaciente però l’ossequio di poter rendere in tale riguardo alla Serenità Vostra un breve argomento delle mie humilissime applicationi, e fatto riflesso che il datio dell’acquavita è in apparenza non sprezzabile di proffitto, mi sono lasciat’intendere che non l’haverei accordato ad alcuno senza l’unione di tutti li prenominati in quanto all’affittanza, ma bensì con la divisione in ogn’uno secondo la loro natura et importare.
Così per dire il vero non m’ha ingannato l’opinione, mentre riddottomi nuovamente sopra l’incanto si è svegliata la repugnanza de’ daciari, che avanzatisi a gareggiare tra loro, m’hanno esibito più polizze segrete. Fra le molte ho essaminato l’ingionta d’Andrea Grio, n°1, per la più vantaggiosa, e benché haverei il commando nelle ducali 8 gennaro spirato di lasciare il datio dell’acquavita ad Alvise Toso per lire ottomilla valuta corrente, tuttavia vedendole accresciute d’altre cinquecento e vinticinque, oltre il vantaggio della disposizione di tutti gl’altri dacii prenominati, ho creduto di migliore publico servitio sospendere la stessa delibera(tione), et accettare l’offerta da nuovo, ma con la risserva degl’assensi supremi dell’Eccellenze Vostre, e delle più idenee e sufficienti pieggiarie già essibite dal Grio.
Affine dunque apparisca l’evidenza del proffitto ho voluto da questo scontro di Camera una distinta (nota), che sarà inserta segnata n° 2, dal cui contenuto rissultano le summe del solo capitale delle precedenti condotte d’anni dieci in qua, et che la presente sia la migliore che mai sia stata conseguita.
Altresì vedesi lo scapito che ne rissente la publica Cassa correndo per conto publico, il che per divertire mi sono indotto alla formalità sopr’espressa.
Fra gl’altri, quello degl’instromenti e testamenti era il più pericoloso, perché, sparso in ogni luogo della provincia, non si può riparare quanto basti al disordine.
Tutti poi havevano i suoi obbietti, perché li più difficili per natura ricconosciuti nella ventillat(…) minuta, ch’ho fatto d’ogn’uno, come spero in tal modo rimosse anco le difficoltà dell’avenire.
Ciò nascerà principalmente quando vi sia per parte di questa carica un’interessante attentione, il che sarà una delle mie cure primarie, egualmente che dalle conditioni espresse nella polizza del Grio, perché tutte sono necessarie e salutarissime, oltre che appagano il desiderio dell’appaltadore, che niente più di gracioso richiede delle quattro licenze d’armi, che in affittanze separate sono state sempre conseguite più abbondanti, e delli pochi residui che s’attrovassero in mano degl’essatori, e nodari del datio d’instromenti e testamenti, che puono essere ben tenui, mentr’io non ho perduto di vista che seguissero gl’esborsi in questa publica Cassa, com’anco è successo sino negl’ultimi passati giorni.
Li contamenti et essationi seguiranno lo stille del passato a misura delle publiche dispositioni, soggetto ogn’uno d’essi datii alli sette et ultimi soldi per lira, alla risserva di quello dell’acquavita, come ho già rassegnato alla Serenità Vostra.
Così, permettendomelo l’incidenza, humilio nel foglio n° 3, in veneratione al publico commando inchinato nelle ducali 8 pur del scaduto, la nota di tutti li datii che s’essiggono per conto della Serenità Vostra in questa Fiscal Camera. Apparirano con la distintione delli sottoposti alli soldi dieci per lira, et altri aggravii, agl’altri che in numero di quattro si contano solamente di diversa natura per le ragioni espresse nel medesimo foglio.
Farò bene che sia continuato l’ordine già intrapreso di tener conto separato e distinto dalli sette alli tre soldi per lira ultimamente imposti, ad oggetto che sempre apparisca diviso il capitale dagl’aggionti.
In alcun altro luogo di questa provincia non essendovi datii di publica ragione, né facendosi altrove alcuna benché minuta essatione, rimane con queste misure ubbidita perfettamente la volontà dell’Eccellenze Vostre, cui havrà sempre per somma gloria la mia riverenza poter continuare testimonii di quella rassegnatione che m’è stata impressa sino col nascere. Gratie etc.
Capodistria, 8 febraro 1706 m.v.

Giovanni Foscarini, Podestà e Capitanio.

Allegati: entrate annue del dazio dell’acquavite (1 c.); polizza e capitoli di Andrea Grio per il dazio dell’acquavite (2 cc.); nota dei dazi di Capodistria (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 87.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.