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21 aprile| 1706 Francesco Diedo

Dispaccio del 26 gennaio| 1707|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
sono così frequenti i latrocinii che vengono commessi sopra questo territorio de bovi da lavoro, vacine da frutto, et animali minuti, et gl’agravati non tutti continuano i loro ricorsi, per timore di non essere privati di vita, o abbruggiati nelle case loro esposte in campagna lontane da chi potessero essere sovenuti. Gl’insultatori e raptori delle sostanze di questi poveri miserabili territoriali sono i villici di Marzana in particolare, giurisditione di Pola, et altri circonvicini, huomeni empii, malvaggi e scelerati, poco vagliono a questi tali gl’impulsi della ragione, quali pervertiscono le regole della natura; tanto è innoltrata la loro rilassatezza, non essendovi forze che l’opprima, né auttorità ordinaria che li condani. Potrebbero bensì le forze vicine dell’Eccellentissimo signor Procurator dell’Armata, che s’attrova con le galere in quest’aque vicine di Parenzo, quando la sovranità della Serenità Vostra e di Vostre Eccellenze impartisse l’assoluta facoltà col ritto, all’ora cadaun potrebbe assicurare il ricorso, et il paese per lungo tempo goderebbe una tranquilla quiete. L’esilio a questi poco e nulla giova, riguardo che non ostante senz’alcun timore pernottano con libertà nelle case loro, e multiplicano in maggiori dissolutezze di prima empietà meritevole di severità e rigidezza de’ castighi.
Il mio riverentissimo zello, movimento della ragione, è chiamato dal debito umiliar al trono venerato della Serenità Vostra le supplicationi di questi Giudici rappresentanti la communità, Sindici dell’universal e di questi tutti fedelissimi sudditi, per non vederli continuati nella total iactura delle loro sostanze. Grazie.
Dignano, 26 gennaio 1706, m.v.

Francesco Diedo, Podestà.

Allegato: supplica dei rappresentanti della comunità di Dignano, per l’intervento contro i banditi (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 87.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.