• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

3 novembre| 1706 Giovanni Foscarini

Dispaccio del 16 giugno| 1707|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
l’Auditore di Monsignor Vescovo di Trieste è stato l’altro giorno ad essibirmi la lettera che rassegno in copia alla Serenità Vostra, perché, compiacendosi donarle la prudenza de’ proprii riflessi, si degni poscia documentare la mia ubbidienza.
Niente più però, trovandomi in debito di rifferire per ciò che concerne il Piovano e Scolastico di Muggia, se non che ho suplito ad una commissione dell’Eccelso Consiglio, informando della qualità delle vertenze tra il Capitolo e li preti semplici, ingolfati in un litiggio che tuttavia pende costì in Nunciatura, per vertenze ecclesiastiche tra loro nate, e c’hanno preso aumento dalli giuditii dell’accennato monsignor Vescovo di Trieste; dirò circa la persona del Canonico Ongarini d’Umago di questa giurisditione, ma nel spirituale soggetto al sudetto ordinario, quanto m’ha espresso l’accennato Auditore. Me l’ha rappresentato habituato concubinario ed adultero, contumace ad ogni chiamata et ammonitione dello stesso prelato, rimostrandomi c’habita con la donna unitamente, e che colla medema ha procreato molti figliuoli viventi.
Che l’innobbedienza è resa insoffribile e lo scandalo gravissimo, degno del più forte compenso, al cui effetto mi richiedeva di passare agl’atti necessarii della giustitia.
Nel risponderle vocalmente ho studiato di contenermi in cauta maniera, e sarò risservato sino che in questa parte ancora mi trovi honorato del publico sovrano comando, onde mi rimanga il contento d’ubbidire come sono tenuto.
In prova di ciò mi conosco in debito d’humiliare alla Serenità Vostra un’osservatione che m’è accaduto di fare nella terra di Rovigno coll’occasione della visita collà ultimamente consumata, e creduta dalla mia riverenza degna delle ponderationi sapientissime dell’Eccellenze Vostre. Una sola porta dà l’ingresso per la via di terra nel sudetto luogo di Rovigno, e sopra la porta medema v’è una torre ridotta in habitatione, e mentre ho compreso l’importanza del sito, m’è nata la premura di rilevare chi vi soggiorni. Trovato che sia un tal Bortolo Novò, francese, quali anzi tentasse di farsi investir di quel posto, ho richiesto a quell’Illustrissimo signor Podestà un’essatta informatione delle conditioni et impieghi del francese medemo.
Così, in sodisfatione di mie premure, mi fa sua signoria Illustrissima tenere quanto esprime l’altro foglio pure inserto, che viene da me senza ritardo presentato alla Publica Maturità, per quelle inspettioni che fossero credute conferenti ai riguardi del publico servizio.
Con tale dilligenza vorrei poter rendere al vero con(to) degl’andamenti de’ Segnani, ma ritardandomi gl’avisi procurati, non so da quale motivo, mi trovo nell’impatienza tuttavia d’attenderli, niente più havendo penetrato se non che si continua nell’unione de’ bastimenti in Fiume e Segna, dicesi per trasportar viveri, munitioni, militie e qualche pezzo d’artigliaria, col fine che tutto passi alla volta della Puglia secondo i dissegni de’ Cesarei. Mentre però sia per riuscirmi d’identificare con più precisi fondamenti le circostanze premesse, continuerà l’ossequio mio nell’essercitio intrapreso. Gratie etc.
Capodistria, 16 giugno 1707.

Giovanni Foscarini, Podestà e Capitanio.

Allegati: relazione su Bortolo Noveau (1 c.); relazione sui canonici Caterino Marcuzzi e Giovanni Trauner (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 88.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.