5 marzo| 1708 Nicolò Contarini
Dispaccio del 2| luglio| 1708|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
prescritti alli Rettori di Montona e San Lorenzo i sovrani sentimenti dell’Eccellentissimo Senato, fo riparare con cautella i pregiuditii che vano avanzando li Austriaci del contado di Pisino, e fo rimettere ne’ suoi antichi siti i confini, operando con mano privata l’essecutione dell’intention publica impartita alla mia obbedienza in ducali 9 del prossimo passato giugno. M’avisa il nobil huomo Marchio Balbi, Podestà di San Lorenzo, con lettera di 28 giugno scaduto, d’esser stato per mano privata prontamente opperato nella parte de Catuni, ove nel decorso anno seguirono le molestie de gl’Arciducali col lievo dei confini ch’erano stati posti dal Capitanio uscito Baron della Rovere, e con altre del giorno seguente dei 29 mi partecipa le novità questi giorni seguite in quei confini tra li sudditi di Vostra Serenità e li Austriaci, col lievo di cinquanta animali grossi delli Arciducali, trovati nella fineda di determinata e precisa ragione del commun di Mompaderno, e condotti nel castello di San Lorenzo, otto dei quali sono stati recuperati col pagamento della accusa, et con la rappresaglia sussequentemente fatta da quelli d’Antignana d’animali grossi vintiuno dei sudditi di Mompaderno nelle differenze communi, contro ragione e giustitia, come precisamente rilevarà la publica prudenza dalle lettere di esso Podestà e dalle carte annesse, che humilio in copia ai publici rifflessi, ricercando egli le dirretioni da questa carica superiore e destinata dall’Eccellentissimo Senato alla sopraintendenza di così gelosa materia.
Gli ho prontamente rescritto che, in tanto che io ne humilio la relatione alle supreme deliberationi di Vostre Eccellenze, stimo bene, per mia debolezza, che risponda alle insolenti lettere del Tranquilli, Vicario Luogotenente di Pisino, che come gl’animali d’Antignana sono stati levati su la fineda di precisa et indubitata ragione del commun di Mompaderno, suddito veneto, così quelli levati da’ sudditi d’Antignana su le differenze promiscue è stata una precisa rapresaglia contro ragione e giustitia; che però le porti efficace instanza per la restitutione commessa de fatto, che deve esser restituita de fatto.
Che poi, per quelli levati dalla fineda e condotti in quel castello, non mancarà d’essercitar ragione e giustitia, come l’ha fatta nella restitutione degl’animali numero otto di Stippe Bracevaz, mediante il pagamento dell’accusa. Che l’essercitio della ragione e della giustitia deve esser quello che deve mantener la buona vicinanza, e non la forza che puol sconcertare la buona corrispondenza. Che così esso signor Podestà si deve prometter dalla carica e dalla propria pontualità di esso Vicario Luogotenente di Pisino, come egli all’incontro da quella di Sua Signoria Illustrissima.
Che questo sarà sempre l’ogeto delli sovrani dell’uno e dell’altro Stato, al qual sentimento e debito de’ boni Ministri d’accomodarsi e farsi instrumenti di bona corrispondenza tra i Principi confinanti, essendo ogn’uno tenuto a sostenere i proprii sudditi nelle loro ragioni, et in possesso dei terreni tanto nelle finede proprie quanto nell’uso vicendevole delle differenze communi, che con l’aggravio di questi sudditi vengono indebitamente occupate da’ suoi d’Antegnana, che deve riprendere e castigare, perché tanto una parte quanto l’altra, contenendosi nelli proprii confini e godendo communemente le differenze, in pace passino con buona vicinanza, che deve esser coltivata con particolar studio dai superiori. Così prometersi et attendere con assicurandolo della più perfetta bramata corrispondenza, che in via di ragione e di giustitia potesse desiderare.
Che con questa norma debba dirrigersi partecipando in diligenza quello di più andasse nascendo in questo proposito, come io attenderò l’ulteriore dirretione della mia debolezza dalla prudenza e dall’autorità sovrana dell’Eccellenze Vostre, pensando di regolarmi col medesimo ordine in ca(so) d’esser ricercato dal detto Vicario di Pisin per la restitution de quell’animali, conforme mi fa supporre il vecchio Zuppano di Mompaderno, che m’ha portato le lettere de’ nobil huomeni Marchio Balbi Podestà di San Lorenzo; confluendo tutte queste emergenze a merito di questi signori Andrea Fini e Giacomo del Taco, Proveditori de’ Confini, con i quali conferisco le materie, e ricevo prudenti opinioni per miglior publico servitio.
A lume di Vostra Serenità credo sia bene parteciparne la qualità di quanto Tranquilli, Novo Vicario di Pisino, che scrive con forma così impropria a un Rappresentante la Serenità Vostra. Questi si è stabilito con qualche fortuna in detto contado con occasione del servitio della Casa d’Auspergh, et la serve in qualità di Vicario e Luogotenente del Novo Patrone Marchese di Pu(sterla), a maggior norma de’ publici sapientissimi rifflessi che ricerca l’occasione. Gratie etc.
Capodistria, 2 luglio 1708.
Nicolò Contarini, Podestà e Capitanio.
Allegato: dispaccio del podestà di San Lorenzo al rettore di Capodistria (1 c.); due relazioni sulla disputa tra gli abitanti di Monpaderno e quelli di Antignana (6 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 88.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.