3 giugno| 1706 Filippo Donado
Dispaccio del 18 ottobre| 1707|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
oltre il debito di rendere essatamente informati i Magistrati Eccellentissimi, a’ quali spetta dell’essecutione prestata a’ publici commandi, circa le condotte importanti di tanti generi di legname, estratti e dal bosco della publica Valle di Montona, e da altri di questa provincia per servitio dell’Eccellentissima Casa dell’Arsenal, non ommetto portar pure a’ publici riflessi l’effetto delle mie divote applicationi. Queste però, impiegate con efficacia corrispondente alle publiche premure, superate tutte le dificoltà che mi contrastavano l’esatione d’una importantissima carrattada, già sino l’anno 1705 gettata dall’Eccellentissimo mio predecessore Pasqualigo, sono state anco effettuate le condotte al solito carricatore alla bastia degl’olmi e frassini, per i quali era già stata imposta.
E perché l’urgenza dell’Eccellentissima Cassa dell’Arsenal riccercavano anco la condotta de’ roveri e pezzoni fatti già tempo reccidere, ho pur con la solita rassegnatione essequite le prescritioni della Serenità Vostra, in ducali di 14 aprile passato, con il getto della carrattada anche per queste; incaminate però de’ medesimi le condotte, ho il contento che oltre quelli, per i quali il reggimento Eccellentissimo all’Arsenal ha spediti burchi a levarli, di vederne ridotto altro numero considerabile in pronto al caricatore di Quieto. Come però questi, che sono estratti da’ boschi di varie parti, dalle quali vengono al motivato carricatore in porto Quieto trasportati, non corre rischio d’alcun minimo pregiuditio, tutto che la stagione non permetti nuova espeditione de’ burchi a riceverli, così gl’olmi e frassini che si estragono dalla Valle di Montona, et che da quella al solito caricatore della bastia si riducono, sono sempre in contingenza di perdersi per le monta(ne), alle quali è soggetto quel sito, et che irreparabilmente quando succedono disperdono quanto vi si trova raccolto; per questo effetto s’è già pratticato con non poco dispendio cinger tutto quel sito d’una forte pallada, la quale da qualche anno distrutta, hanno anco gl’Eccellentissimi signori Deputati alla pubblica Valle ordinato a me appaltarne la restauratione. Come però io ho imedia(te) obbedito, et approvato parimenti come avvantaggioso l’apalto concluso, n’è restata sospesa l’essecutione, forse perché lo stato presente della fiumera renderebbe vanna quell’opera, et altre che pur riuscirebbero neccessarie. Mentre però per le montane torbide si ritrova imbonito tutto il letto del fiume, non solo non possono più li burchi a quel sito accostarsi, ma né meno si può più pratticare l’espediente di rimburchiarle per acqua li legni per non esservi acque sufficienti da sostene(rli). Per questo i legni più importanti restano in quel sito infruttuosamente inchiodati, con pericolo, com’ho motivato, di perdersi nelle montane furiosissime che sopravengono, di che informato, il Reggimento Eccellentissimo all’Arsenal ha port’orrecchie all’espediente, che li è stato suggerito, di trasportar la bastia qualche spatio più al basso, in sito dove possino li burchi approddare. A me, con sue riverite lettere di 11 maggio decorso, ha communicato il proggietto, e m’ha spedita in copia la scrittura che lo proponeva, con prescrivermi d’informare; io ho immediate obbedito per quanto ho potuto, ma come la materia, che non è di leggiera essecutione, riccerca peritia, e geloso io che per diffetto di questa, con la fatalità altre volte provata, non restasse diffettosamente concepita l’operatione, ho suggerita per indispensabilmente neccessaria l’espeditione di un proto di quelli del Magistrato delle Acque, e nel medesimo tempo con i motivi sopracennati l’ho pur suggerita al Magistrato degl’Eccellentissimi Deputati alla Valle. Restata ogni cosa sospesa, s’aumenta giornalmente il publico pregiuditio, e si rende ogni giorno più dificile e pesante il rimedio. Molti altri diffetti essentialissimi che giornalmente riducono in total perditione tutto l’importantissimo bosco, riccercano indispensabilmente questa peritia, ma fatta da persona di tutta cognitione.
Io per capo di debito indispensabile, doppo haver ciò rapresentato per tutto dove è questa inspettione, non manco pur d’humiliarlo all’Eccellentissimo Senato, assicurrando la materia degna de’ publici riflessi. Gratie etc.
Pinguente, li 18 ottobre 1707.
Filippo Donado, Capitanio di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 88.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.