5 marzo| 1708 Nicolò Contarini
Dispaccio del 3| giugno| 1709|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
il Capitanio di Trieste fu li giorni passati con il seguito d’altri sogetti per la provintia littorale, et arrivò sino a Pola prendendo terra in molti luoghi, non si può credere ch’habbia havuto altro ogetto che il semplice divertimento, perché non ha prosseguito sino a Fiume come preccorrevano i mottivi.
Continua la condotta de’ formenti a Trieste per via di terra, et a San Giovanni di Duino se ne fa la macina per esser condotto in farina a Comachio con passaporto dell’Eccellentissimo Senato.
Unita tutta l’applicatione della Corte di Vienna ai presenti trattati della pace generale, si differiscono forse le inspetioni sopra li dissegni di qualche porto franco nel littorale austriaco, e della libera navigatione del golfo. Onde, per non svegliare pensieri e dar iritamento alle deliberationi con alcuna novità, continuarò il solito et antico ordine delli passaporti e transiti marittimi, mal intesi a Vienna, che si concedono da questo Reggimento per le mercantie che dal porto di Trieste vengono estratte per sottovento, che consistono per ordinario in ferralezze principalmente de’ mercanti di Lubiana, e qualche d’un anche di Trieste, con la recognitione di mezo ducato per miaro, con peote di quel porto e qualche lattina, come succedarà per l’avenire con l’occasione della fiera per Sinigaglia, come mi resta permesso della della (!) Serenità Vostra in ducali 17 maggio decorso.
Per non lasciar in libertà il golfo alle trasgressioni, stante la decretata partenza del Collonnello Medin, saranno supplite le sue vecci da questa galeotta col corso per le rive della provintia per impedire i passaggi de’ formenti, oglio et altro, e per farle passare ai Magistrati, a’ quali aspettano in riverente obbedienza d’altre ducali 4 del deccorso.
Sino che s’andaran unendo le commesse informationi circa questo datio del vin a spina, la città sospenderà l’espeditione de’ suoi Ambasciatori, la quale dipenderà dai venerati assensi della Serenità Vostra, assicurata da me col publico adorato sentimento di restar in tutto il possibile consolato.
Mi trovo poi nei ultimi periodi dela carica tra le angustie della fame per mancanza delle solite provisioni de’ formenti, come ho esposto repplicatamente all’Eccellentissimo Magistrato alle Biave, senza riportar alcuna sospirata deliberatione, e tra le penurie di dennaro per le dovute paghe alli soldati della galeotta, per farli suplire con maggior pontualità al loro debito nel publico servitio, e però con le loro incessanti premure, e delli altri salariati e stipendiati, imploro novamente con la più proffonda humiltà le publiche sospiratissime gratie etc.
Capodistria, 3 giugno 1709.
Nicolò Contarini, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 85.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.