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1 settembre| 1702 Andrea Contarini

Dispaccio del 24 novembre| 1710|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
quanta sia stata la benemerita attenzione dell’Eccellentissimo signor Gironimo Bragadin, all’hor che con tanta sua lode sostenne l’importante ufficio d’Inquisitore della provincia dell’Istria, è noto a Vostra Serenità. Portatosi nella terra d’Isola, et esaminati accuratamente li maneggi di quella Communità, prohibiti a’ Sindaci di spender nel loro reggimento maggior summa di ducati dieci, e di non farsi alcun pagamento senza la bolletta sottoscritta dal Rappresentante, dovendosi prender la parte con li tre quarti delle balle quando ecceda la summa alla spesa medesima.
Intrapresa da me quella carica, dono specioso del Serenissimo Maggior Consiglio, furono da’ Sindaci, in contravenzion del decreto, fatte alcune asserite spese per una litte con certo Ugo Ughi et per altre cause, come si vede dalle polizze, ascendenti a lire 501 soldi 7, per non esser passate per Consiglio doppo due ballottazioni, che vuol dire che non era intenzion dello stesso, recusai sottoscriverlo, non havendo havuto li tre quarti delle balle; ad ogni modo ricorsero li Sindaci alla superiorità di Capo d’Istria, che mi commise la sottoscrizione con lettere, e non ostante il rispettoso rescritto da me inviatogli, terminò il settembre decorso di approvar le predette spese col pretesto gravoso alla mia pontualità di levar struscii, havendoli li sopradetti Sindaci humiliato un Consiglio fattosi li 17 agosto, dal quale appariva che fossero concorsi li tre quarti; io veramente non havevo alcuna renitenza all’ubbidienza, ma come ero certo che l’Eccellentissimo signor Podestà e Capitanio Contarini fosse stato ingannato e deluso, risolsi liquidar la verità, benché a me nota, e con la formazion di processo liquidai la verità, che vuol dire che la parte non era passata perché non erano veramente concorsi li tre quarti.
Quanto sia delicata la materia e perniciose le conseguenze, la Publica Sapienza ben lo comprende. Per questo soggetto alla medesima il successo, perché, assicurata della verità delle parti che humilio, deliberi il conferente, perché apprendano li sudditi particolarmente di queste parti ad ubbidire alle leggi, a non ingannar le Rappresentanze, et a non inferir pregiudizii alle Cummunità. Ho creduto mio debito il parteciparlo alla Serenità Vostra, per adorar nell’esecuzione con cieca ubbidienza li suoi rescritti. Gratie etc.
Isola, li 24 novembre 1710.

Andrea Contarini, Podestà.

Allegati: atti riguardanti la questione della spesa dei rappresentanti della comunità di Isola (12 cc.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 90.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.