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30 novembre| 1715 Zuane Corner

Dispaccio del 25 marzo| 1716|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
ancora sotto li 20 genaro prossimo passato consignai una mia umilissima lettera, dirreta a Vostra Serenità, in proprie mani del patron Antonio Rossi quondam Nicolò dalla Zueca, che repplico per non vederne alcun ceno della Serenità Vostra, con cui umiliai che, caduto a peso della mia debbolezza il carrico di questa Pretura, non ommetterò studio per render a Vostra Serenità un puntuale intiero servitio. Nel riflesso alle correnti emergenze de’ corsari Dulcignotti ho rivolto i primi oggietti all’importanza del stato di queste publiche mura, trovate alla parte del porto ancor in bisogno d’esser restaurate, e riddotte a miglior sicurezza della città, con l’erretione di passa 150 circa di muro, non essendo stato sufficiente il sovegno che prestò l’attentione dell’Eccellentissimo signor Podestà e Capitanio di Capo d’Istria, con lire 3.000 estrate dalla cassa di quel Fontico.
Esaminata la costitutione dell’armi, trovo ben disposti li quattro cannoni, sei moschetoni e 30 fucilli, ma non sufficienti l’arme stesse per opponere ad ogni attentato de’ barbari, perché più sono li siti esposti alla facilità d’esser superati, come fu osservato nella scorsa estiva stagione, quando con tripplicati azardi osorono di tentare lo sbarco, consumata la polvere in quantità di due barilli, ch’è stata dispensata dalla provida mano dell’Eccellenze Vostre, rimasta portione di palle da canone, pocha polvere e pochissime palle da fucile. All’accenate mancanze deve con somma pena l’umiltà mia aggiongere il scarsissimo numero di questi habitanti, che tra uomini, donne e fanciuli conta solamente 460 persone, compresi li religgiosi, cittadini e popolari, de’ quali solo 50 sono di qualche habilità al maneggio dell’armi, e del continuo sottoposti al peso delle guardie di sanità, oltre le altre occupationi nella coltura della campagna, restando per il più di giorno la città priva di gente per il poco numero, e senza difesa a qualche attentato nemico; così che quando non sii perfetionato il ristauro delle mura, non venghi dalla reggia mano somministrato un Capo Provisionato per il maneggio all’occorrenze dell’artigliaria, et una soventione di polvere, palle da moschetti, con qualche piciolo rinforzo di Cernide interiori che l’Eccellenze Vostre potrebbero commandar al Reggimento di Capo d’Istria, non può questa fedelissima città restar sicura di non patir un’invasione de’ pirati, e levato il timore a’ sudditi d’esser oltregiatti, come successe nell’anno 1687 con spoglio delle loro case, schiavitù de’ congionti, e la publica Rapresentanza illesa da un tale avvenimento.
Di tutto cò ho creduto mio debito indispensabile il raguagliar l’Eccellentissimo Senato per quei compensi che credesse più confacenti ed opportuni; non potendo tacere anco i sospiri di questi sudditi nell’apprensione concepita de’ corsari, e quando non vengano soccorsi dalla mano pietosa della Serenità Vostra con pronto riparo e sovegno, rissoluti partire, con abbandono totale della città, e ricovrarsi fra terra. Dalle supreme disposizioni di Vostra Serenità attende la mia ubbidienza norma a quel passi creduti più proprii per la preservatione della publica Rappresentanza, ch’è totalmente esposta, e di questi poveri sudditi, che implorano con tutto l’impegno d’ossequio, et umiliatione dal Reggio Trono un grazioso benifico riflesso al loro stato. Gratie etc.
Città Nova, 25 marzo 1716.

Zuanne Corner, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 94.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.