• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

1651 Francesco Bragadin di Nicolò

Dispaccio del 27 agosto| 1652|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe
E’ capitato di qua li giorni passati il vascello con Sali da Pago, spedito dall’eccellentissimo signor Provveditor General in Provincia, come pure l’altro con legnammi et il terzo con cinquecento stara di formento, incaminati per ordine di Vostra Serenità per riparar in qualche parte a’ gravi bisogni di questa piazza; ma si come queste proviggioni sono tenui et insensibili nel riguardo del bisogno, così convengo humilissimo reiterare loro le mie divotissime suplicationi per maggior provedimento di formenti e sopra tutto espedition di biscotti e di danaro, del quale questa Camera è totalmente estinta, come con più mie humilissime ho portato a’ notitia di Vostre Eccellenze, per ciò ogni sollecitudine, che sarrà pratticata per accellerare le stesse proviggioni riuscirà di sollievo ben grande agl’interessi Publici.
Tre pezze di panno trasmesse di qua per ordine di Vostre Eccellenze per li popoli Clementi e Cuzzi, questi desiderosi per non esser scoperti confidenti di questa parte col trasporto di medesimi nei loro paesi, han ricercato che siano riconosciuti con denaro, che’ tanto ho dovuto io fare coll’indriccio di cinquanta cechini d’oro tratti da una delle sudette pezze di panni, per mancanza di danaro di Publica raggione in questa Camera, come divotissimo ho preaccenato. Andarò compartendo il rimanente con ogni publico risparmio et allettandoli possibilmente per tenerli ben’affetti per i riguardi di Publico servitio.
Con mie humilissime lettere di 4 del corente, portai a’ notitia di Vostra Serenità l’esatissime dilligenze che con tutta la maggior pontualità son andato disponendo doppo la partenza dell’illustrissimo signor Proveditor Estraordinario Bembo, per ben regger queste militie, per dar boni ordeni a posti et luochi del bisogno, in ordine a che incontrando anco li prudentissimi sensi dell’eccellentissimo signor Ambasciator Capello nelli sospetti di fuste e d’altro, non ho lasciato di valermi delle barche armate e della galera d’Arbe, se ben mancante delli necessarii provedimenti, per tener affatto lontano ogni male et assicurare gl’interessi di Vostra Serenità, con consolatione di questi sudditi.
S’aggiugono le voci, che sempre più vanno pullulando et accreditandosi per molti rincontri dal paese turchesco, di qualche improvisa aggresioni a’ danni di popoli Zuppani, confinanti questa parte. Ho stimato nel tempo medemo di avertire et applicarmi con proprii ordeni all’indemnità et conservatione di essi per tenerli uniti et pronti per tutte l’occorenze.
Sopra tutto a’ Capitani di barche armate et a tutte l’altre sorti di barche, ho dati espressissimi ordeni di non avicinarsi a’ luochi turcheschi, di tenersi in sicuro et procedere con tutta cautella nella sicurezza di queste rive et canale ad ogni modo, ciò non ostante con incentivi di qualche civanzo in campagna, che causarono a’ punto per quanto intendo anco l’anno passato un simil disordine con morte di alquanti. Hanno li Capitani di barche armate trascurata l’esecutione di questi miei efficacissimi comandamenti, havendo permesso la notte di giovedì 22 del corente ad una fustarella di Aiduchi fatti sudditi volontarii di Vostra Serenità, l’avanzamento loro alle rive nemiche della giurisdittione di Castel Novo. Questa gente collettiti(…), che non tiene solpito nel core altro oggetto che l’interesse rapita da sua avidità, s’internò nel paese con haver teso imboscata a un Turco, che fu anco da loro fatto schiavo, et havendo attacata scaramuccia con quei Turchi nel tempo medemo il Governator Michiel Rados, ch’assiste al posto delle Rose, o(…) numerosa sortita di quantità di Turchi in soccorso di suoi, onde per sua sopr’intendenza che tiene delle narch’armate e della custodia del Canale furono da lui subito spedite quatro delle medeme a quella volta, come il bisogno ricchiedeva; et come in casi di questa natura fu pratticato sempre per il passato, afferma però haver dato ordine espresso a Capitani di non dovunque per qualunque accidente far sbarco di gente interra, ma procurarsu la sicurezza del ritorno delli Aiduchi nella lor fustarella. Li Capitani stessi, stimando in effetto che li Turchi fossero in poco numero, mentre tali con apparenza artificiosa procurarono farsi vedere, avidi li Capitani di non perder l’opportunità di dar sopra il nemico et goder qualche avantaggio, sopra d’esso volsero sbarcare contro gl’espressi ordeni del Governatore et assalendo corraggiosamente il nemico, lo fugarono con danno certamente considerabile et morte in particolare di principali Turchi di Castel Novo, come da confidente che tengo in quella parte per più rincontri son stato assicurato. Li Turchi in ogni modo, ch’havevano compartito le lor genti in trupe in più siti dietro alcuni diruppi, tentarono di sopra fare le genti di barche armate cogliendole nel mezo, ma queste rese in tempo avertite et ca(…), goderono per la maggior parte il ritorno in salvezza.
La sola delle medeme per dura fortuna di vento d’ostro sirocco, fu rispinta col fianco in terra, onde fermata et impegnata per necessità a quelle rive, hanno potuto li Turchi vendicar in parte l’oltraggio et il danno ricevuto dalle barche armate. E stante la vicinanza di essa barca diedero adosso a quelle genti, che doppo una vigorosa diffesa, restò morto il Capitano con diedi de suoi soldati et fatti tre schiavi.
Nel combattimento medemo, s’attaccò il fuoco nella barca che per ciò in bona parte restò incendiata, essendo poi colla sopragionta della galea Bizza e del Governator Rados stata ricuperata et condotta alle Rose, imediate havuto l’aviso spedii a quella volta il signor Governator Martinoni per participarmi subito il fatto, di modo che l’opera del medesimo Governator della piazza riesce fruttuosa sempre più in servitio di Vostra Serenità. Havuta la notitia dell’accidente, ho principiata dilligdentissima formatione di proccesso dalla quale son venuto in chiaro di tutte le sudette particolarità,. Ho voluto anco far la rassegna delle barch’armate per liquidar il vero numero de diffettivi, ma tutto ho fatto con quelle cautelle et risserve che sono proprie della congiontua per tener lontana quelche aprensione in queste gente, facile agl’amutinamenti. In ordine a chi mi son anco subito condotto personalemente alle Rose et, rinvigorite le stesse militie con amonitione et ordeni efficacissimi anco in voce, come per il passato in scrittura di non dover nell’avenire esporsi a pericoli che far sbarchi sopra le rive del nemico, senza espressa precedente licenza et comissione, ho riveduto anco con questa occasione tutti gl’altri posti et rinovati ordeni proprii onde ogni cosa resta in sicuro, et sedati tutti gl’accidenti, il servitio di Vostre Eccellenza resta pienamente cautellato. Di tutto ho portata riverentissima notitia all’eccellentissimo signor Provurator Proveditor General Foscarini, al qual ho anco trasmessa copia del proccesso da me formato e degl’ordeni dati per eseguire tutto ciò, che dalla singolar prudenza dell’Eccellenza Sua mi fosse imposto d’avantaggio. Gratie etc.
Cattaro li 27 agosto 1652.

Francesco Bragadin Rettor et Proveditor.

ASVe, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni