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1651 Francesco Bragadin di Nicolò

Dispaccio del 8| dicembre| 1652|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe
Sotto li 28 novembre passato, è partito da Castel Novo l’eccellentissimo signor Ambasciatore Estraordinario Capello per il suo viaggio di Costantinopoli. Da molti Turchi di conditione è stato dal detto luoco scortato fino che s’è giuntato col Sangiacco di Herzegovina Cenghiich, qual l’ha accolto con gran honori e datole per sicurezza del viaggio un suo figliolo. La medima eccellenza ha incontrato il favore di ottimi tempo che l’han fatto inoltrare gran pezza nel camino, come mi rifferisce il confidente, qual afferma che sotto li 3 devembre corente era arivato a Vertizza, luoco distante sei giornate di camino da Castel Novo, onde continuando ancora la costanza di boni tempi, con raggione si deve credere che possa restar di gran maniera abbreviato il suo viaggio et avantaggiati gl’interessi di Vostra Serenità con la celerità del medesimo, di che ne porto con tutto l’ossequio la notitia all’Eccellenze Vostre.
In questi giorni m’hanno rinovato li Perastini l’instanze già mesi da loro fattemi, perché permettessi che due d’essi si trasferissero a’ piedi di Vostra Serenità per suplicare l’ampiezza dell’esentione di dacii et altro che contiene la scrittura con capitoli da loro esibita. Son andato a loro insinuando il svantaggio d’incomodo di viaggi nel cor dell’inverno, et dei dispendii et gl’ho di novo rimmossi dall’ispeditione delle predetta ambasceria. Ho anco stimato di Publico servitio tratenere appresso di me la scrittura con capitoli da loro presentatami per sottoportal in copia, come humilissimo faccio nell’annesso foglio, a’ Publici sapientissimi rifflessi, a fine dalla virtù amirabile dell’Eccellenze Vostre sian fatte sopra cadaun capo d’essa scrittura le dovute ponderationi, onde possano rissolver con infalibil loro prudenza quello più le paresse a consolatione delli predetti Perastini per troncar nell’avenir ogni altro loro ricorso et prescrivermi quel comando che da me con tutta humiltà e prontezza sarrà incontrato per ben e pontualmente servire.
Il motivo di Capi di Cucci e Clementi ho hieri alli medesimi con messo espresso da loro mandato, inviato brazza trenta di panno rosso per quest’effetto qui ispedito da Vostre Eccellenze; m’è parso bene di consolarli con questa rimostranza  in conformità di Publici voleri, per mantenerli ben animati e disposti verso il servitio di Vostre Eccellenze.
E’ morto li giorni a’dietro il Monsignor Giuseppe Maria Bonaldi arcivescovo d’Antivari, ne porto però humilissima notitia a Vostra Serenità in sodisfattione di mio vivissimo debito.
Li due mille ducatti che già eran stati dall’Eccellenze Vostre delliberati per questa piazza e che con ducali di 6 novembre passato restorni serviti di significarmi, che mi s’incaminavan con la fregata di Patron Marco di Nadal, che condusse di qua le rebbe destinate per Costantinpoli, né ancora sono comparsi e, si come il ritardo dell’arivo delli detti ducatti doi mille riesce di considerabil pregiudicio a i rispetti della predetta piazza, così accende et accresce le mie angustie, mentre per diffetto di danaro non mi vedo in stato di poter far contribuir il prossimo terzo a queste militie del pressidio, ne a queste del canale, senza speranza di poter ricavare pur un’imaginabilissimo aiuto d’alcun Publico capitale, per esser del tutto nudi d’ogni provisione; questi depositi così di biscotti, come d’ogni altro sussidio e specialmente di Sali, poiché sin già due mesi che si tiene serata questa gabella, senza trovarsene pur un grano con quel pregiuditio di Vostra Serenità ch’è soverchio esprimere, essendo cosa certa che per il passato col tratto di Sali medemi veniva a suplirsi a diverse ordinarie spese, dalle quali il Publico capitale restava di questo modo sollevato, si che al presente in riguardo a questo mancamento ha convenuto che suplisca a tutto quella poca summa ch’ultimamente è stata trasmessa da Vostra Serenità; tutto hora ristringendosi a quel poco di formento che dalla somma carità Publica è stato ultimamente ispedito e che si va impiegando con quelle circospittioni e risservationi che valer posson a Publica cautella. Suplico perciò per pietà l’Eccellenze Vostre per la pronte e celere missione delli preacenati ducatti doi mille, con qualch’altra maggiore summa che vaglia a riparo di tante neccessità, senza il che non vedo assolutamente modo di poter oviare quei meli effetti che per l’adietro si son isperimentati in questa piazza per la sola mancanza di neccessarii sussidii e principalmente di danari.
Imploro anco sollecito e dillogente indriccio di trenta migliara di biscotto già delliberati dall’infintà providenza di Vostre Eccellenze, essendomi convenuto ultimamente per l’assoluta mancanza di medesimi far avanzar la galea arbisana fino Curzola o Lesina, per (…) proveduta di qualche puoca summa di stessi, atrovandomi io con afflittione inesplicabile per veder mancarmi il modo di soccorer con questa proviggione neccessariissima le barch’armate di questa guarda, per il che humilissimo suplico l’imensa carità di Vostre Eccellenze per qualche maggior provedimento di medesimi biscotti, come pure di formenti, formenton et Sali che valerà a Publico vantaggio, a consolatione di queste afflitte miserabili militie et a respiro del mio animo, tormentato tra tante angustie. Gratie etc.
Cattaro li 8 decembre 1652.

Francesco Bragadin Rettor et Proveditor.

Allegato: copia dell’istanza formulata dalle genti di Cucci e Clementi (cc. 2).

ASVe, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni