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1651 Francesco Bragadin di Nicolò

Dispaccio del 10 gennaio| 1653|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe
Sotto li 6 del corente hebbi notitia dalle Rose ch’a Malonta, giurisdittione di signori Ragusei, luoco lungi soli dieci miglia da queste Boche, fosse stato respinto da fortuna di mare et dato in terra un Pattachio, senza sapersi precisamente da dove veniva. Sopra questo aviso, feci con tutta la celerità possibile avanzare a quella volta la galea Bizza, per risaper distintamente il successo et per ricuperare le militie, che s’intendeva trovarsi sopra il medesimo. Quanto col ritorno alle Rose del detto vice sopracomito hebbi del di lui operato, Vostra Serenità lo vedrà dalla congiunta copia di sue lettere et altro che m’ha trasmesso; parimenti dalla copia di constituti rillevatisi dal Patrone et scrivano del detto Pattachio, restarranno servite l’Eccellenze Vostre osservare la qualità di esso naviglio e viaggi che ha pratticato con tutti gl’altri particolari, che si sono potuti ritraher sino a quest’hora. Per ben assicurarmi della natura del detto Pattachio e del suo stato presente in tutta dilligenza, espedii nel detto luoco di Molonta questo armiraglio con altri periti, perché con la visione occulata potessero con fondamenti dosi rifferirmi tutti li particolari neccesarii e che ricerca l’importanza di quest’affare. Onde essendo hoggi ritornati, affermano per l’osservationi da loro fattesi esser stato esso Pattachio ben armato d’artilaria, ma per la sua mala conditione poco bene potersi sperare per vederlo sollevato dall’acuqa. Tutta però sarrà la mi applicatione nel procurare la reccupera di quanto di più potesse ritrovarsi sopra il medesimo di Publica raggione in aggiunta di quello per mia commissione, ha recuperato il preaccenato vice sopracomito Bizza, come dall’occlusa nota che humilmente trasmetto a Vostre Eccellenze, potranno comprender.
Con la medesima sollecitudine ho fatto anco avanzare due barch’armate a Ragusi con lettere a quelli signori di dover permetter l’imbarco sopra le medesime del Capitano Paolo Gini et suoi fanti che ritrovava sopra il suddetto Pattachio e che, doppo il medesimo nuafraggio, s’incaminò a quella volta; in tanto con ogni studiosa acuratezza ho fatto assicurare qui nella città il Patrone et il scrivano predetto, uno che habbia i rincontri dal sodetto Capitano Gini per ogni buon fine a capo di Publico servitio al qual sempre tengo applicato l’animo per riuscire fruttuoso in tutte le cose che riguarda gl’interessi di Vostra Serenità. Gratie etc.
Cattaro li dieci genaro 1652 more Veneto.

Francesco Bragadin Rettor et Proveditor.

Allegati: particolare della lettere scritta dal vice sopracomito della galea arbesana (c. 1); lista delle cose recuperate dalla galea (c. 1); copia del costituto (cc. 2).

ASVe, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni