15 maggio| 1616 Piero da Molin
Dispaccio del 15 settembre| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo principe
questi giorni passati è venuto in questa terra un avocato di Spalato nominato signor Giovanni Maria Collalto da Conegliano, soggetto di honorate conditioni et qualità, per difendere una causa di certo spalatino contro alcuni suoi fratelli di quella sua terra nominati Burocci, li quali havendo persa la causa concertorno mortalissimo odio contra il sudetto avocato, onde alli 12 del presente mese uno delli quattro delli detti fratelli nominato Pietro, detto per sopranome Corda, quale venuto in questo luoco doi giorni innanzi, doppo finita l’audienza, da traditore et assassino da dietro via con uno grosso legno ha menato di uno colpo sopra la testa al detto Collalto per privarlo di vita, et se non fosse stato così presto a ripararsi li sfondava la testa restando al quanto ferito, oltre l’havendo seguitato fino ad una bottega nella quale si è salvato havendoli tirato altri colpi che per volere del Signore è rimasto illeso. Subito inteso il caso ho procurato di havere il delinquente nelle mani et commesso il delito ha preso la fuga verso Spalato dietro al qualo in diligenza ho spedito a quell’illustrissimo signor conte mie lettere, acciò attendesse la sua retentione et se bene l’havesse quel signore procurata li era stato detto che si haveva incaminato alla volta delli castelli di Traù per salvarsi; questo scelerato di perfida natura già fuggito di galera si fece turco et mise questi confini in grandi sospetti; ritornato poi andò a servire in diverse barche armate, gallere et in campo di Friul et da ciascaduno di questi servitii è fuggito et fallito et per quanto intendo fallito ultimamente dalla gallera dell’illustrissimo signor Marin Grimani Governatore dove serviva per capo. Hieri mo[?] che fu delli 14 fui avisato che del certo questo traditore si era recovrado nella barcha armata del signor governator Felice Dobrevich che si ritrovava a Spalato, il quale sarebbe venuto verso sera ad Almissa, sicome fece circa le 23 hore, in tempo detto mi attrovava alla riva di questa fiumana havendo prima che si havesse accostato alla terra mandato una delle nostre barche ben armata a riconoscerlo non lasciando accostar vasselli armati per li presenti sospetti [?] non siano ricconosciuti; entrato dentro in fiumana il detto governatore et smontato in terra venne di subito farmi riverenza et domandatolo delle cose del mondo se haveva di novo, poi lo chiamai a parte et li dissi queste formal parole: signor governatore, so che nella vostra barcha si trova il traditor Pietro Burocci detto Corda che ha commesso gravissimo delito l’altro giorno che so[?] lo sapete et è fatto, però lo voglio nelle mani; lui mise rispose: signore è ben vero che è stato questi giorni nella mia barcha, ma al presente non vi è. Le soggionsi: ditemi da governatore di honore che non è in barcha ve lo voglio creder; et perché al sicuro vi era non volse né confermarlo né negarlo, a quel suo mancamento mi alterai et alla presenza di giudici et procuratori et molta gente del luoco che era meco li dissi: signor governator, deme questo ditto, overo assicuration da Governatore che non s’attrova nella vostra barcha, che son per crederci; né volendo mai confessarmi la verità mi parve suo grandissimo ardire che fino a Spalato da dove veniva ha saputo il delitto di questo ribaldo et datoli ricetto in sua barcha l’habbi condotto in isprezzo della giustizia et da questo reggimento in questa terra, ciò causando maggiormente che mi alterassi et coram populo li dissi: signor governator vi commetto sotto pena della disgratia di Vostra serenità che dobbiate darmi questo huomo, ameno assicurateme con parola di governatore d’honore che non vi è dentro che ve lo crederò, con pensiero fermo di farlo sequestrar in barcha, et poi che sia consegnato all’eccellentissimo signor provveditor general Bellegno acciò sia castigato, tuttavia non ha voluto in alcun modo obedire, né alli miei comandamenti, né alla pena impostagli della disgratia di Vostra serenità, parte datagli più volte da me; et perché correva rischio che succedesse qualche grave scandalo et per fuggir più inconvenienti mi parve per reputation publica di far partire immediatamente via il detto generale con la barcha, che più tosto ha voluto fomentare et salvare quel tristo et fallito più volte dal servitio di Vostra serenità che stimo la sua gratia, ma quella villipendendo et la giustitia insieme; concorrendovi doi perniciosissimi effetti Principe serenissimo, che simili assassini in quel modo vengono spalleggiati et restano impuniti, et quel ch’è peggio da quel Governatore sprezzata la Serenità vostra e disobediti li publici rappresentanti. Ho voluto con la solita mia riverenza darle particolar conto di questo fatto acciò dii quel castigo al Governatore che alla sua molta prudenza parerà convenirli per essempio ad altri, tanto maggiormente quanto che da poi ha poi confessato havendo havuto in barcha et reccusato di darlo in mano alla giustitia facendomi instantia a lassarlo venire con la barcha sotto la città il quale ho accusato con haverle mandato la risposta per metter a posta della maniera che Vostra Serenità intenderà dall’allegata copia. Gratie etc.
Di Almissa li 15 settembre 1617
Piero De Molin provveditor
Allegato: copia della risposta inviata a Felice Dobrevich (1 c.), settembre 1617.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro