15 maggio| 1616 Piero da Molin
Dispaccio del 27 settembre| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo principe
più volte mi è stato querellato il capitano Thomaso Calabresi da Viterbo destinato alla custodia di questa fortezza di Starigrado dalli suoi soldati per molte estorsioni et mala compagnia fattali et anco per le orrende et spaventevoli biasteme da lui continuamente proferite, che sono stato costretto a formare diligentissimo processo, quale per la mia debita riverenza mi rissolsi domandare all’eccellentissimo signor provveditore generale di Dalmatia et Albania Belegno et da Sua eccellenza mi fu rimandato commettendomi a dover venire alla sua espedition et castigo secondo la mia conscienza, non volendo quell’eccellentissimo signor levarle la prima instanza alli rettori di questa provintia. Però son venuto alla espeditione di lui capitano sotto li 25 del presente et per mia sentenza fu disprivato del carico di capitano, quale non possi essercitare nel gloriosissimo dominio della Serenità vostra per anni cinque et per le biasteme sia bandito cinque anni di tutto il stato, conforme la parte contra li biastematori, con alternativa che presentandosi in termine di esso mese sopra una delle gallere di Vostra serenità, et servendo per huomo da spada per essere inabile al remo, per tre anni continui a meza paga resti libero dal bando; finito al tempo il quale ha anco accettato volontariamente questa alternativa, m’è parso come di stimato mio debito di doverne dare riverente conto alla Serenità vostra si come ho fatto all’Eccellentissimo signor provveditore generale di Dalmatia Bellegno, acciò proveda di altro capitano per governo della compagnia, si come io ho fatto di uno offitialo sino ad altro ordine di Sua eccellenza, acciò il publico servitio non patisca. Gratie.
Di Almissa li 27 settembre 1617
Piero De Molin provveditor
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro