26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 24 luglio| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe
Dall’eccellentissimo signor general Zane mi è stato inviato il presente per il bassà capitan general da mare con sue lettere di semplice credenza per detto bassà, et mi scrive che subito che io sappi che l’armata turchesca si gionta verso Corfù, overo in quell’acque, debbi inviar qui detto presente et lettere et che dalla medesima gli doveranno esser conferiti alcuni avisi, et discorso sopra alcuni particolari a nome di Sua eccellenza, et per ordine di Vostra serenità di che me ne da Sua eccellenza particolar instruttione in dette sue, aggiungendomi che queste cose si hanno da trattare non per lettere, ma a bocca, et perciò la persona che si doverà mandar vuole esser discreta, ben informata et fedele. Et mi raccorda in particolare la persona del signor cavalier Bolizza, onde perché in fatto in altre publiche importanti occasioni ho esperimento con servitio della Serenità vostra il molto valore et ottima fede di detto cavalier Bolizza. L’ho perciò giudicato atto più d’ogni altro a questo importantissimo negotio, et di doverlo preporre a tutti, onde fattolo venire a me, gli ho partecipato quanto mi scrive Sua eccellenza, et espostogli l’opera che si desidera da lui per publico servitio, aggiongendovi quei stimoli et eccitamenti che ho stimato a proposito per disporlo a risolversi d’andar a trovar il bassà predetto, in che non ho havuto fatica, poiché con prontezza generosa, et dimostratione di grandissimo affetto nel publico servitio, s’è subito eshibito si prestar l’opera sua in questa et in ogn’altra occasione, tutto che sii per farlo con non poco pericolo della sua vita, poiché dalli huomini d’alcuni vascelli che mandai a Corfù per carricar li sali, et che sono ritornati di qui vuoti s’è inteso che sono fuori alcune fuste che hanno anco data la caccia a detti vascelli. Haverei fatto por subito detto signor Bolizza in viaggio, ma perché non s’è verificata la nova, che come scrissi hieri alla Serenità vostra pervenne in Antivari che la armata turchesca fosse gionta alla Vallona, anzi ritornato l’huomo, che come le significai in essa mia fu da me mandato in Antivari per certificarmi di ciò, riporta che se bene si sparse da principio tal nova portata da una fusta che poi s’è scoperto esser di gente di mal’affare, che fece anco in quelle parti alcuni danni, fu nondimeno scoperto l’aviso non esser vero, et che non s’è havuto altro sentore che detta armata sii passata Navarino, ho però stimato non dover astringer detto signor Bolizza a partirsi, se prima non ho aviso che detta armata sii gionta nell’acque di Corfù, o alla Vallona, et per estreme diligentie avisarò sol venuto in rissolutione di spedir persona espressa alla Vallona, con ordine di trattenersi ivi, et procurar d’haver on ogni modo possibile da Corfù et da altre parti notitia di detta armata, et avisarmelo, in tanto detto signor Bolizza starà in ordine per partire in ogni momento che bisognasse, le ho instrutto puntualmente di quanto ha da discorrere, et trattar col bassà, conforme in tutto a quanto Sua Eccellenza in dette sue lettere m’avisa esser mente della Serenità vostra, di che ho voluto darne a Vostra serenità riverente ragguaglio, et coì farò di quanto seguirà in questo proposito. ho mandato doi vascelli perastini per carricar di sali a Corfù, dov’è ordinario che se gli dia il carrico senza pagamento, perché del costo ne vien poi dato credito a quella camera in Venetia. Ma l’illustrissimo signor proveditor Contarini me l’ha rimandati vuoti, scrivendomi non ve ne essere, come lei vedrà dalla qui occlusa sua lettera, onde perché non se ne trovando qui pur un grano, riesce questo mancamento de sali non solo con patimento della città et di diversi ministri, a quali viene constituito il pagamento de loro salarii del tratto di detti sali, ma anco con publico disservitio per il deviamento della gabella, che sarrebbe di non poca consideratione perché le genti ricorrerebbero a comprarne a Risano luoco turchesco, ho voluto rappresentar questo bisogno et la necessità di provisione alla Serenità vostra perché si compiacci dar ordine che da qualche luoco d’Istria o da Venetia me ne sii inviata quantità conveniente, et più che sia possibile. Coll’occasione del ritorno di detti vascelli da Corfù, ho ricevuto li tre qui aggionti pieghi di lettere per Vostra serenità, quali gl’invio colla presente fregata patron Thomaso de Gregorio. Gratie.
Di Cattaro, lì 24 luglio 1617.
Camillo Michiel conte e proveditor.
Allegati: lettera del provveditore Tommaso Contarini in tema di sale per le Bocche di Cattaro.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.