26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 8| luglio| 1617|
N. (senza numero)
A 5 dell’instante ricevei un dispazzo della Serenità vostra per Constantinopoli in sachetti doi, et il presente per li turchi speditomi dall’eccellentissimo signor general Zanne, insieme colle paghe di questa militia per la galea del clarissimo signor Francesco Gussoni sopracomito, il quale in ogni importante occasione è sempre da Sua eccellenza adoperato, potendosi dal valore et prudenza di detto signore dimostrato già più volte, si nel navigate con celerità et circospettione insieme grandissima in questi tempi di tanta gelosia, come nell’adempir ottimamente ogn’altra parte del suo carrico et dalla sua galea, che tiene sempre lesta et benissimo all’ordine promettersi ogni buono et fruttuoso servitio, il che per debito dell’espression della verità ho stimato dover attestare alla Serenità vostra. Il dispazzo predetto è stato da me inviato all’eccellentissimo signor bailo in diligenza, et il presente sarà da me impiegato, come già scrissi a Vostra serenità in quel modo che stimerò esser più a proposito per servigio et riputation sua, il che seguito che sia gli ne darò riverente ragguaglio. Dell’armata spagnuola et del procedere de ragusei tengo li avisi contenuti nell’occluse copie di constituti, che serviranno a Vostra serenità d’informatione. Ho altre volte dinotato alla Serenità vostra il bisogno cha ha questo presidio d’esser rinforzato, per trovarsi molto diminuito. Hora non debbo restar di raccordarle di novo riverentemente questa necessità, et che il medesimo convien fare per il pressidio di Budua, il quale oltre all’esser similmente diminuito è anco in continue dissensioni et rumori, causati (convengo dirlo con molto dispiacere) da quel clarissimo signori podestà, il quale facendosi fautore hor d’uno hor d’un altro d’essi soldati, et delli medesimi contro il loro capitano, osserva poco il decoro di publico rappresentante, et nutrisce quelle discordie con notabil pregiuditio in questa parte del publico servitio. Ho fatto quel c’ho potuto per acquistar ogni cosa, et non dar molestia alla Serenità vostra, et gli ho mutato il capitano ma non ha giovato, et continua in darmi travagli, onde convengo supplicar Vostra serenità che si degni commettergli che si regoli, et non trascorra in questi inconvenienti, né s’ingerisca nelle cose di quella militia, la cura della quale è raccomandata a questo reggimento, dal quale vengono qui soldati pagati, rassegnati, et giudicati quando occorre. Le cose di sanità passano per la Dio gratia bene in queste parti, non essendo seguito alcun cattivo progresso, anzi tutti stanno bene et spero che in breve tutto il Golfo debbi restar libero d’ogni sospetto, di che anco ne do conto alli illustrissimi signori proveditori alla sanità. Gratie.
Di Cattaro, lì 8 luglio 1617.
Camillo Michiel conte e proveditor.
Allegati:
Allegato n°1
In lettere di Cattaro di 8 luglio 1617.
Die sabbati 10 junii 1617
Fatto venir messero Steffano de Lazzari patron di fregata ordinaria venuto da Ragusi, dove fu mandato dall’illustrissimo signor rettor et proveditor per informarsi dell’armata spagnola, fu interrogato delle nove intese in quella città. Rispose: sono andato a Ragusi come m’è stato commandato da Sua signoria illustrissima et ho inteso a dire publicamente et da tutti per cosa certissima, che in porto di Brandizzi si trovano quaranta galere spagnole e trenta sei bertoni con dodici altri vascelletti, come tartane, et tutti benissimo all’ordine di soldadescha, artiglieria et monitioni, et che la gente s’è tutta confessata et communicata, et dimandatisi perdono l’uno all’altro, et che non s’aspettano altro che vento da Scirocco per passarsene di qua, anzi che li ragusei li aspettano d’hora in hora, et vanno spesso su la muraglia a guardar con quelli occhiali in canone se vengono, e tutta la gioventù d’essi ragusei s’è vestita alla curta, et colle spade in cintura. Si dice più che 12 galioni del re di Spagna chiamati li 12 Apostoli si siano fermati al cao Santa Maria per aspettar l’armata turchescha e combatterla. Ho anco inteso che il figliolo del duca d’Ossuna nel fatto seguito a Liesina è restato morto dalli tirri che diedero nella galea capitana. Quibus habitis.
Die dicta.
Fatto venir il proveditor Triffon Leventrich venuto da Venetia et gionto hieri sera in questa città, fu interrogato se habbi inteso nova alcuna dell’armata spagnola. Rispose: hieri l’altro parlai in porto di Ragusi con alcuni pugliesi, a quali dall’illustrissimo signor capitan della guardia, insieme colla galea Veniera, fu tolto un grippetto, et m’hanno costoro detto che l’armata spagnola molto grossa si trovava a Brandizzi, et che s’aspettava d’hora in hora a queste parti, altro di più non so. Quibus habitis.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.