26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 26 febbraio| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe
ricevei hieri le lettere della Serenità vostra delli 3 et 6 dell’instante, col dispazzo per l’eccellentissimo bailo, quale ho immediate spedito a Sua eccellenza et intorno a quanto la Serenità vostra mi commette circa l’indoglienza, che volevano fare alla Porta quelli di Montenegro contro li pastrovicchi, le dirò, che di questo negotio ne fui avisato dall’eccellentissimo signor bailo, che mi scrisse anco che li turchi interessati sarebbero compersi avanti di me et che li haverebbe accompagnati con sue lettere, onde risposi a Sua eccellenza che se fossero venuti turchi haverei procurato c’havessero ogni giusta et ragionevole sodisfattione, […] meno pochi giorni fa hebbi altre lettere da Sua eccellenza di 18 dicembre passato, nelle quali mi scrive che li apportatori d’esse saranno li turchi interessati, et mi furono rese, non da turchi, ne da sudditi turcheschi, ma da Triffon Rizzo di questa città, capitateli in mano senz’alcun indriccio, et a pena seppe detto Triffon rendermi conto come l’havesse havute, da che vado comprendendo che li medesimi sudditi turcheschi interessati poco se ne curino, sapendo forse di non haver ragione, et veramente havendo io cercato d’haver qualche informatione del negotio, ho inteso dal Voivoda di questo contado che li pascoli pretesi da detti di Montenegro sono stati aggiudicati alli pastrovicchi, et in conformità m’ha mostrato un compromesso et sentenza arbitraria a favor d’essi pastrovicchi, copia della quale ho mandato a Sua eccellenza per sua informatione in ogni caso, non però resterò se comparirano detti interessati di far ogn’opera per sopir il tutto, et in caso di qualche dificoltà ne darò conto alla Serenità vostra. Mi son anco posto a trattar compositione di certe diferenze, et disgusti importanti, vertenti fino sotto il reggimento passato tra alcuni buduani et pastrovicchi, et un Alì Scurra turco d’Alessio, et ho appuntato che siano fra pochi giorni le parti avanti di me per la conclusione dell’accomodamento suddetto che spero debbi succedere, si come molti altri accidenti di qualche consideratione seguiti in queste parti ho sopiti, di che ho stimato non dover apportar tedio a Vostra serenità col dargline relatione, et Io stesso procurerò di far sempre con ogni mio potere, sapendo così ricercare il publico servitio, ne mancherò in quanto sarà possibile di contener questi sudditi ne’ termini di buona vicinanza, si come la Serenità vostra mi commette, ma li vedo troppo arditi et poco obbedienti, ne il castigarli con rigore è cosa molto facile, ne forse in questi tempi ispediente vero è che, lodato Dio, non ha l’ardir loro doppo che m’attrovo a questo reggimento causato inconveniente alcuno di momento. Ricevo hora il dispazzo da Constantinopoli in sachetti quattro, un de’ quali segnato S. et l’invio subito a Vostra serenità in una cassetta segnata del medesimo segno colla fregata provveditor Marco de Franc[?].Gratie.
Di Cattaro, lì 26 febraro 1617.
Camillo Michiel rettore.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.