26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 23 novembre| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo principe
domenica passata 19 dell’instante al tardi dalle guardie che stanno a queste Bocche mi fu rifferito essersi scoperti in mare molti vasselli in numero tale che giudicai non poter esser altro che armata nemica, onde immediate ne spedii aviso all’eccellentissimo signor generale con barca aposta et lo scrissi anco all’eccellentissimo signor bailo per portalettere espresso; et perché da questi turchi di Castelnovo per la buona amicitia et intelligenza che passa tra me et loro mi fu più volte promesso che in simili occorrenze andarebbero parte de loro con buon numero di gente per terra a Santa Croce per aiutare et favorire in quanto potessero le cose di Vostra serenità mandai la mattina seguente a Castelnovo li signori Vicenzo Pellegrini Vaivoda et Francesco Rolizza rettor per eccitare essi turchi all’osservanza di dette promesse al che li trovarono pronti, onde mi scrissero la qui occlusa lettera in conformità della quale spedirono la mattina seguente a buon hora genti con alcuni de loro cappi alla volta di Santa Croce, sendosi il lunedì sentiti molti et frequenti tiri d’artigliaria, ma non giunsero però dette genti turchesche in tempo di far effetto alcuno, onde sono ritornati indietro. Ho nuova che l’armata di Vostra serenità levatasi dal porto di Santa Croce al primo comparire di detti vasselli nemici li habbi combattuti per buon pezzo et mal trattati et che per il vento che sopravenne da Levante l’una et l’altra armata sii passata a basso, né altro più particolar aviso ho fin hora potuto havere. Ma credo che da Sua eccellenza sarà restata Vostra serenità pienamente informata de tutto il successo; hanno li cappi di Castelnovo scritto al signor Hibraim bassà che si trova già molti mesi vicino a questi confini con essercito, come altre volte avisai a Vostra serenità, ricercandolo che immediate se ne venghi alle marine per assicurar li luochi del suo signore et essendo io ricercato dalli sudetti Cappi a scriver ancor io al medesimo bassà per l’effetto sudetto ho giudicato bene il farlo per l’ordine che tengo da Vostra serenità d’avisar tutti li cappi de turchi circonvicini di star avertiti et all’ordine, ma però li ho scritto che ciò gli serva per semplice aviso et racordo per la buona amicitia che passa tra Vostra serenità et il suo signore; dall’altri cappi delle città d’Albania a quali in osservatione dell’ordine predetto di Vostra serenità feci passar il medesimo aviso di star avertiti et all’ordine come ultimamente significai a Vostra serenità. Ho havute risposte con molti ringratiamenti le quali conservo ad ogni buon fine. Son astretto, se ben dubito hormai di parer importuno, di racordar alla Serenità vostra il bisogno grande in che m’attrovo de danari et per la fabrica di castello et per le continue spese straordinarie che occorrono di fare per servitio della Serenità vostra et anco per le paghe della militia che non mi giongono se non doppo il tempo et a punto se ho voluto l’ultime che già erano impiegate ho convenuto mandarle a tuor per terra fino a Ragusa con spesa er pericolo. Mi giunge hora il dispazzo da Costantinopoli in sachetti tre uno de quali segnato ·S· et lo spedisco in diligenza con la fregata patron Triffon de Zorzi con aggionta de remi. Mentre tuttavia scrivo son certificato di novo dalle guardie di queste Bocche che hoggi passano verso ostro con vento di tramontana tredici vasselli, tre de quali buon pezzo doppo li altri, da che ne giudico che siano li vaselli nemici, di che ne aviso in diligenza l’eccellentissimo signor generale. Gratie etc.
Di Cattaro gli 23 novembre 1617
Camillo Michiel rettor e provveditor
Allegati: copia tradotta della lettera dei turchi di Castelnovo (1 c.), 23 novembre 1617.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro