12 marzo| 1617 Ambroso Corner
Dispaccio del 20 ottobre| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo principe
a 13 del corrente col solito della mia riverenza ricevo le lettere di Vostra serenità di due del medesimo coll’ordine che mi da di dovere con aviso et partecipatione dell’eccellentissimo signor generale da mar abbassar un piedi e mezo le due piazze di Belveder et Pontone in fortezza di San Nicolò et con quel terreno che si levarà far alciar una banchetta alla cortina chiamata Cuchagna che assicura la parte verso terra, conforme al raccordo del signor conte Gio Batta di Polcenigo, da me rapresentatosi con aviso insieme della commissione ch’ella ha dato perché sia sumministrato in servitio di detta fortezza della polvere et altri apprestamenti necessarii per l’artollaria, per la riverente instantia ch’io gli ho fatto et come in esse lettere in risposta delle quali mi occorre riverentemente dire alla Serenità vostra c’ho immediate dato conto a Sua eccellenza della sudetta commissione et in tanto, per non perdere tempo, ho anche dato principio a far preparar la materia necessaria per tale opera, per potere tanto più tosto esseguire l’ordine di lei et essendomi in questo tempo capitate le altre di Vostra serenità di dieci con copia del capittolo contenuto in lettere ch’essa ha scritto al medesimo eccellentissimo signor generale, per le quali si ordina che debba trovare soggetto honorevole della nobiltà ch’è in armata atto ad essercitar il commando et sopraintendenza in quella fortezza con l’aggiunta in fine di esso capitolo che essa provederà di breve di un capo da guerra che sotto l’obedienza di chi sarà da Sua eccellenza mandato ad assistere in essa fortezza habbi a trattenersi cui et che in tanto si debba valere del signor Giacomo Lerma governator in questa città; con occasione di accusarle, come faccio, la ricevuta anco di queste, in satisfattione del mio debito, vedendo quanto le preme la buona custodia et guardia di quell’importante piazza così componendo il suo interesse per li rispetti et fini considerati dall’infinita prudenza di Vostra serenità parmi doverle immediate dire che fin da principio c’hebbi sentore che quattro galeoni spagnoli erano per venir ad infestare queste acque, et fu sotto li 24 marzo passato, immediate applicai tutto il spirito per la buona guardia di quella piazza et per non vi essere in essa capitano, ritrovandosi il capitano Gio Batta Albicini al campo nel Friuli per ordine di Vostra serenità, mandai a commandar quella compagnia ch’è di 40 fanti il stratioto[?] Gio Batta da Peruggia che serviva per sergente maggiore questo signor governatore con dodeci soldati che cavai dalla compagnia del medesimo signor governatore parendomi che quelli che vi si ritrovavano fossero pochi rispetto al bisogno et a otto aprile susseguente, send’io avisato che nelle acque di Curzola erano stati veduti sei galeoni usciti da Napoli, vi aggiunsi in essa fortezza alcuni altri di questi soldati, mandandoci di più il stratioto Orlando Rossetti capo de scolari bombardieri in questa città con dieci di essi scolari, considerando che li otto ordinarii salariati in detta fortezza non bastavano nascendo l’occasione a poter con prontezza movere un pezzo da luoco a luoco et guardar tutta quell’artellaria et tanto meno per esservene uno infermo et un altro mutilato per la vecchiezza, et per maggior assicuratione di quella piazza vi mandai anco il medesimo signor governator che si fermò ivi con molta prontezza et con mia compita sodisfattione et quietezza d’animo, conoscendolo soggetto d’assai isperienza et fedel servitore di Vostra serenità, fin tanto che intesi che li sudetti bertoni si erano tirati fuori di queste mani, fugati dall’armata di Vostra serenità; et poi a 17 giugno passato, come allhora li rapresentai riverentemente havendo inteso che l’armata spagnola doveva venir in queste parti in grosso numero de vasselli risolti di levar dalla detta fortezza alquanti di quelli soldati della compagnia vecchia per essere sudditi spagnoli, mandandone altri tanti della compagnia di esso signor Governatore non sospetti et appresso vi introdussi in essa fortezza uno di questi carambassà con vinti soldati delle cernide con pagamento del denaro di questa camera in ragione de ducati tre al mese per cadauno, come anco alli scolari bombardieri; et finalmente a sei luglio per liberarmi da qualche pensiero c’haveva deliberai di levar dalla detta fortezza tutti li soldati della compagnia vecchia facendoli venir qui nella città et vi diedi il cambio con altre lettere di quelle del signor governator et del capitano della guardia di questo castel vecchio et da novo vi mandai il medesimo signor governator, il quale vi è stato poi da quel tempo in qua continuamente, come tuttavia vi si ritrova et vi starà per l’ordine di lei contenuto nelle sudette lettere fino ad altro comando di Vostra serenità, tenendovi anco il capo Orlando con li dieci scolari bombardieri et fino a 26 del passato vi ho tenuto pure il carambassà hora con 20 hora con 25 huomini secondo le squadre levandoli questi quel giorno solamente perché dall’eccellentissimo Venier fu mandato in essa fortezza il capitanio Antonio Barletta con vinti fanti che in tutti tra li primi ordinari et questi in quella fortezza vi si ritrovavano da 60 fanti in circa, havendo però Sua eccellenza in luoco di questi levatone 24 della compagnia destinata alla custodia di questa città per valersene in armata et con questo ordine si è fassata fin hora; come haverò essequito la commissione di Vostra serenità contenuta nelle sudette lettere di dieci conforme al mio debito le ne darò riverentemente conto facendo il medesimo della ricevuta della polvere et altri et altri apprestamenti da essa commandati come sarano giunti et anco d’ogni altra cosa che stimerò poterle riuscire di sodisfattione et servitio di Vostra serenità. Gratie.
Di Sebenico a 20 ottobre 1617
Ambroso Corner Conte et Capitano
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro