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24 dicembre| 1617 Piero Morosini

Dispaccio del 24 dicembre| 1617|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
son arrivato coll’aiuto del Signor Dio in questa città et dal clarissimo signor Ambroso Corner mio precessore m’è stata consegnata questa carica alla quale attenderò con tutto il spirito per ben servire Vostra serenità et meritarmi quanto più potrò le gratie da essa fattemi in dicorsi tempi et occasioni et particolarmente sendosi degnata destinarmi a questo governo, procurando di tener questa città abondante, di conservare questi sudditi in quiete et ben intendersi con rappresentanti il Signor turco confinanti ad immitatione del sudetto clarissimo mio precessore, che non ha mancato della debita invigilanza in tutti li interessi di Vostra serenità, come si convienne a buon rappresentante di lei, che sia detto a sua gloria sendo et in universale et in particolare amato, riverito et stimato in questa città et contorni, come apunto merita per le sue virtù, che prego S.D.M.[?] mi dà gratia di poter seguire in tutto le sue honorate vestiggie. Et perché nel medesimo punto del mio arrivo capitano lettere dell’eccellentissimo signor generale da mar di 21 del corrente con aviso che turchi stano attenti aportar nocumenti di consideratione alle città di Dalmatia et a questa in particolare per così apunto servire Sua eccellenza considerando io questo essere particolarmente di gran stima et di gran gelosia in questi tempi ho deliberato di havere qualche certezza de loro pensieri, onde conoscendo per fama don[?] Zuanne Rucich detto Ongaro, persona di valore et che ha familiarità strettissima con la maggior parte di queste acque confinanti, anzi colli istessi sanzacchi, dal quale apunto in simili occorrenze se ne è prevalso il clarissimo mio precessore con fruttuoso servitio publico per quanto mi vien riferto, ho risolto valermi di lui in quest’occasione per haver quel maggior lume che sarà possibile et però havendoli confidato questo mio desiderio, ancorché havesse imbarcato sue robbe et fusse di partenza per cotesta città per suoi importanti affari, in mia gratificatione et per servire Vostra serenità come buon suddito s’è offerto di passare nel paese a posta per questo effetto doppo il giorno Santissimo di Natale, ma però sotto pretesto de suoi negotii, al ritorno del quale quanto mi sarà riferto che sia da me conosciuto degno delle orecchie di Vostra serenità le ne darò immediate riverente conto et in tanto starò invigilantissimo, havendo dati così in la città  come per il contado quelli buoni ordeni che ho conosciuti necessarii per ogni conveniente rispetto, oltre l’haverne anco subito fatto consapevole il clarissimo signor Benetto Soranzo provveditore in fortezza di San Nicolò, gentilhuomo di gran valore vigilantissimo et di quelle commissioni che le sono d’avantaggio molto col quale confermo alla mente di Vostra serenità m’intenderò sempre bene, affinché il servitio suo camini di quel modo che è volontà di lei. Non restando di dire alla Serenità vostra con questa occasione che essendo stato trucidato da tre turchi di Vrana un cavallaro di questa città, mentre a giorni passati andava a Zara con lettere publiche come haverà inteso da lettere del medesimo clarissimo mio precessore dal quale per così scelerato misfatto sendo stati banditi et perseguitati con buoni mezi  a quest’hora n’è stato morto uno da alcuni morlachi sudditi turcheschi et portata qui la testa per haver la taglia che mi consola assai, perché servirà ad altri per essempio di guardarsi da simili eccessi et alli altri complici di star lontani acciò non succeda il medesimo ad essi, et anco perché li cavallari compagni del morto s’assicurerano secondo le ocurrenze andar tuttavia a Zara per terra, che per la disgrazia del compagno erano intimoriti che non ardivano di far più quel viaggio, che seguiva un pregiuditio del servitio di Vostra serenità perché alle volte capitano lettere dell’eccellentissimo Generale o d’altri rappresentanti di lei che portano fretta et non servendo il tempo d’ispedirle per mare si ispediscono per terra et capitano presto. Ch’è quanto per hora ho conosciuto mio debito dover rapresentare alla Serenità vostra come il simile farò nell’avenire di tutto ciò che conoscerò poter riuscirle di sodisfatione, facendo il medesimo con li eccellentissimi Generali. Gratie.
Di Sebenico a 24 dicembre 1617

Piero Moresini conte et capitano

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro