24 dicembre| 1617 Piero Morosini
Dispaccio del 10 febbraio| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe
in questi pochi giorni che son qui nel sanzaccato di Lyca si sono trovati tre sanzacchi, da cadauno di quegli mi è stata fatta instantia dell’ordinario presente, così volendo sodisfare ognuno haverei convenuto presentare tre presenti, se bene non è ancora seguito di uno, perché send’io avisato che li due primi dovevano fermarsi poco in quella carica, con cortesi risposte, senza disgustarli, et senza minimo pregiuditio della quiete che per gratia di Dio si passa a questi confini che segue con allegrezza et sodisfattione de communi sudditi l’ho portato via, come procuro di fare tuttavia col signor Mustafà Begh sanzacco presente, ancor che due volte me ne habbi fatto intendere volendo certificarmi prima se sarà confermato dal nuovo Gran signore o se sarà mandato altro in suo luoco, per non havere da presentare due volte con interesse di Vostra serenità et perché ho conosciuto che anco questo portar il tempo avanti risulta con interesse di lei per esser stato introdotto di spesar et regalar li aportatori delle lettere, li quali ritornando la seconda et la terza volta, quando non segue l’abboccamento et presentatione, et venendo in otto et dieci per volta a cavallo, vi entra ogni volta 20 et 21 ducati, che in fine del reggimento è spesa di consideratione, parmi dover riverentemente raccordare a Vostra serenità et all’Eccellenze vostre che sarebbe di suo servitio che dall’eccellentissimo bailo di Costantinopoli fosse dato aviso che si dovesse presentare, che fosse veramente destinato in sanzacco, acciò rilasciando[?] altri il presente si potesse regolarsi senza tanta spesa, sopra di che la Serenità vostra ne faci quella consideratione che parerà alla sua singular sapientia, ricevendo come humilissimamente la supplico questo ossequentissimo raccordo in segno del mio dispostissimo animo verso li suoi interessi. Gratie.
Di Sebenico a 10 febraro 1618
Piero Morosini conte et capitano
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro