24 dicembre| 1617 Piero Morosini
Dispaccio del 26 febbraio| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe
col solito della mia riverenza a 15 del corrente ricevo le lettere di Vostra serenità di otto del passato con ordine di far congregar il il consiglio di questa magnifica città et farle leggere la lettera c’ho trovata inclusa in esse et così ho riverentemente essequito, accompagnandola con quella forma di parole et più efficace ufficio che ho stimato a proposito per confrontarmi colla mente et volontà della Serenità vostra; nel qual consiglio sendosi radunati non solo li nobili, ma anco li cittadini et popolari, cosa insolita, generalmente da tutti è stata conosciuta l’infinita benignità et clemenza di lei verso di loro, in concambio di che et per segno della loro solita fedeltà et devotione verso la Serenissima republica le offeriscono le proprie vite, li figli et le sostanze, et come più ampiamente la Serenità vostra intenderà dall’aggionta loro lettera et don Steffano Suliniano governator di questa cavallaria, buon soldato et fedel suddito et servitor di lei, intesa ancor lui la continenza della suddetta lettera s’è offerto, mentre li sia concessa licenza di passar a Budua sua patria, di andarvi a sue spese senza minimo interesse publico per levar da questi confini turcheschi quel maggior numero de soldati che gli sarà possibile in servitio di Vostra serenità et per confermatione della divotione della sua casa verso la Serenissima republica; della qual offerta havendone dato conto alli eccellentissimi generali, aspetto da loro eccellenze l’ordine che si compiacerano darmi. Et con questa occasione non restarò di raccordare da novo riverentemente alla Serenità vostra il bisogno che vi è di aprestamenti et altre munitioni in fortezza di San Nicolò, rapresentatogli con nota particolare in diverse lettere dall’illustrissimo signor Benetto Soranzo provveditore et da me ancora, sendo da Sua signoria illustrissima aspettate con gran desiderio per servitio et difesa di questa piazza, come pur anco le raccordo il mal stato nel quale s’attrova la porta da terraferma di questa città, che temo habbia a restar apperta, né io posso farla accommodare per mancamento di onateria[?] et il simile succede delli alloggiamenti della guardia della cavallaria nel castello di Verpoglie, essendo cascata parte delli apperti con queste nevi et non si provedendo presto dubito che il medesimo segua del restante, che li soldati non vi potrano habitare, con accidente pregiuditio di questa città et territorio, al qual danno haverei già proveduto se in queste munitioni vi si trovasse legnami et altra materia necessaria, come la Serenità vostra vederà nell’aggionta nota, non se ne trovando manco nella città da comprarne. Gionto a questo punto ricevo altre lettere della Serenità vostra di 16, da quali intendendo quanto le preme l’introduccione in questa città de soldini adulterati, da me già rapresentatagli, mi da occasione di aggiongerle che la prohibitione che feci ha partorito buonissimo frutto, non se ne vedendo più a spendere di che ne darò anco conto all’eccellentissimo signor generale. Gratie.
Di Sebenico il dì 26 febraro 1618
Piero Moresini conte et capitano
Allegati: nota delle spese necessarie per la difesa della città (1 c.), 26 febbraio 1618; lettera del consiglio della città di Sebenico di fedeltà alla Repubblica (1 c.), 28 febbraio 1618.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro