30 giugno| 1617 - 16 marzo| 1618 Francesco Pisani
Dispaccio del 16 febbraio| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo principe
subito giontami la commissione della Serenità vostra fecci ridure conseglio et a intelligenza di questa magnifica comunità ho fatto legger la sua lettera accompagnandola con quelle parole somministratemi dalla mia debolezza che stimai ricercar l’occasione et che s’incontrassero colla mente publica mi fu a nome d’essa data dal signor Francesco Cicuta gratiosa risposta che dimostrò altretanta prontezza et desiderio di spender le sostance, mogli, figlioli et la vita stessa per servitio della Serenità vostra; si può pertanto prometter d’avantaggio in ogni tempo tutto quel più che può deviar dalle loro debolissime forze et annoveranti nel numero de suoi fedelissimi sudditi; ho dato fine alla fabrica per la reparatione delle torri et muraglia di questa città et ridotta di maniera con pochissima spesa che possa resister a ogni invasione de nemici uscochi et rintuzzar la loro temerità; non scrivo più diffusamente alla Serenità vostra in questa materia per levarle il tedio et perché vado giudicando che da cotesto eccellentissimo signor general Bellegno le serà a pieno stata rappresentata quest’opera; mi resta di raccordarle col solito della mia riverenza il bisogno ch’è in queste monitioni di polvere grossa, balle per canon da 50 et da 20, di tavole d’albedo et di campanelle al numero di sei per li caselli, potrà la Serenità vostra dar ordine perché resti munita la città di provisione così necessaria affinché in ogni evento possi maggiormente haver modo di diffenderla da qual si sia nemico tentativo, il che può assicurar che seria da me eseguito colla effusione del proprio sangue. Gratie.
Veggia a 16 febraro 1618
Francesco Pisani provveditor
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 17.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro