• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

26 febbraio| 1617 Camillo Michiel

Dispaccio del 9| marzo| 1618|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
Non ho preteremesso opera o diligenza possibile per havere li arz [?] dalle città di Albania diretti alla Porta, con espressione delli iniqui portamenti et dissegni de ragusei, et delle strette intelligenze et prattiche che hanno colli spagnuoli, come ultimamente scrissi alla Serenità vostra, et così li ho havuti oggi da Antivari, Dulcigno et Scutari, et da Hibraim bassà, et li manderò per messo a posta all’eccellentissimo signor bailo, perché secondo l’opportunità che vedesse possi servirsene. Ne ho tenuto copia, che sarà qui occlusa per informatione di Vostra serenità. Spero che possino conferire a gli interessi pubblici, se bene quelli dei cadì non sono compitamente nella forma che haverei desiderato, il che provede per non esservi qui dragomanno della lingua turchesca del quale io possi valermi nel mandarlo a trattar con essi turchi, et perché potesse vedere detti arz [?] prima di partirsi da quelli che li scrivono, per farli regolare in quelle parti che ne havessero bisogno per l’incapaccità di essi turchi, della qual necessità di haver un tal ministro scrissi anco ultimamente a Vostra serenità. Nascono frequenti occasioni di valermi nel pubblico servitio dell’opera et valore dell’illustre signor cavalier Francesco Bolizza, il quale, con somma prontezza et affetto, concorre a quanto in tali occasioni da me vien ricercato, et perché mi occorre di impiegarlo frequentemente et mandarlo in diversi luochi, né lui ha chi lasciare al governo della casa et cose sue, mi ha pregato che vogli in suo nome supplicare la Serenità vostra che si degni di far licentiare l’illustre signor governator Antonio Bolizza suo fratello, che si trova al servitio dell’eccellentissimo signor provveditore general Belegno, a fine che questo possi haver la cura della casa et negotii suoi particolari, et resti lui signor cavalier più libero a potersi essercitare in servitio della Serenità vostra. Non ho potuto mancar di scrivere quanto egli mi ricerca, stimandolo degno di ogni gratia ragionevole, et starò attendendo sopra questo particolare benigna risposta dalla Serenità vostra. Quell’Hibraim bassà, che venne già alcuni mesi alla ressidenza di Scutari, et per domar certi ribelli del Signor turco vicini a questi confini, come già significai alla Serenità vostra, è stato dismesso dal nuovo Signore et, per quanto viene universalmente affermato, eletto in suo luoco Assan bassà, il quale doverà di bene approssimarsi a questi confini, sicome doverà più approssimarvisi Ischender bassà di Bossina, molto ben affetto a Vostra serenità, il quale torna al suo governo et ha ordine di unirsi con sue genti col suddetto Assan per la debellatione delli medesimi ribelli, onde ho voluto riverentemente significarlo alla Serenità Vostra, perché, intendendo Lei di far qualche cortese dimostratione verso li detti bassà, possi dar ordine che mi sia somministrato a tempo quanto stimasse a proposito. Ricevo hora il dispaccio dell’eccellentissimo signor bailo per la Serenità vostra in sachetti tre, uno de quali segnato S et lo spedisco immediate colla fregata Thomaso de Gregorio. Gratie etc.
Di Cattaro, li 9 marzo 1618.

Camillo Michiel, rettor et proveditor.

Allegati: lettera dai capi di Antivari alla sublime Porta, che comunica l’aiuto dato dai veneziani agli agà ottomani della zona nel contrastare le azioni degli spagnoli e dei ragusei loro alleati, 1618 (1 c.); lettera da Hibraim bassà, sangiacco di Scutari, alla sublime Porta, che espone le preoccupazioni dei capi di Castelnovo, Antivari, Scutari e Dulcigno riguardo le azioni di spagnoli e ragusei, e ribadisce nuovamente l’importanza dell’aiuto veneziano nella questione e l’infedeltà della città di Ragusa, 1618 (1 c.); lettera del cadì di Scutari alla sublime Porta, ancora sulle lamentele dei capi di Castelnovo, Antivari, Scutari e Dulcigno, i quali riportano un attacco spagnolo a dei mercanti turchi e la presenza di rischi crescenti per il commercio adriatico, 1618 (1 c.); lettera dei capi di Scutari alla sublime Porta, riportante nuovamente l’aggressione contro i mercanti turchi e l’ospitalità dei ragusei per gli spagnoli, 1618 (1 c.); lettera dei capi di Dulcigno alla sublime Porta con le stesse informazioni delle precedenti, 1618 (1 c.); lettera di Omer, cadì di Antivari e Dulcigno, alla sublime Porta, che comunica le stesse preoccupazioni da parte dei capi delle due città, 1618 (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.