26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 17 marzo| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
intesi per lettere dell’eccellentissimo signor podestà di Budua che la notte di 14 instante venero vicine a quella terra due feluche, le quali la mattina, sendo scoperte et seguitate da alcune barche delli vascelli perastini che sono in quel porto, si allargarono in mare et presero altro viaggio. Immediate diedi ordini in tutti li luochi di questa giurisdittione dove potessero ridursi per la fortuna, che tuttavia durava, perché fosse fatto ogni possibile sforzo, acciò capitandovi fossero fermate, ma non si sono più vedute in luoco alcuno. Ho scritto all’eccellentissimo signor podestà suddetto, essortandolo a star vigilante et usar anche egli ogni possibile diligenza, et ho parimente dato ordine di esser avisato di ogni particolare et di ogni cosa che si scoprisse, o succedesse. Ho voluto di ciò darne conto alla Serenità vostra, si come ne ho dato anco all’eccellentissimo signor proveditor general da Mar, et insieme certificarla che non intermetterò mai punto della dovuta diligenza et zelo nel publico servitio. Ricevuti a 15 instante le lettere della Serenità vostra di 3 et 7 dil passato, colle quali mi comette di provedere delli dieci portalettere per servitio dell’eccellentissimo signor procurator Contarini, destinato ambasciator al Signor turco, et l’aggiustamento delle monete conforme alla valuta delli scudi d’argento, giusta la deliberatione dell’eccellentissimo senato. Delli portalettere ho dato ordine al signor cavaliere Bolizza che facci che siano in pronto, et così sarano. Et quanto a quella delle monete, la farò registrare et esseguire: ma ben debbo raccordar riverentemente alla Serenità Vostra che, havendo questa città per privileggio di stampar gazette, il che credo non habbino altre città del stato, et essendovene buona quantità di stampate non nel tempo del mio reggimento, ma dalli illustrissimi miei predecessori, di queste, più che di altro denaro, si fanno et sono si sempre fatti li pagamenti de dacii, il qual denaro poi viene impiegato nelli salarii de ministri et provisionati, onde, quando si habbino a ricever in Camera li scudi et monete di cecha a minor valuta di quello che si danno fuori, non venirà fatto alcun pagamento in Camera de scudi, né di altra moneta che delle sudette gazette, né so come a ciò si possa rimediare. Il sale anco, che si vende, vien comprato per la maggior parte da quelli di Montenegro sudditi turcheschi, et viene pagato in moneta forastiera, la quale se si ricusasse di ricevere, non havendone essi di altra sorte, lascieriano di venir a comprarlo et si annichilerebbe questa gabella con non poco pregiudizio degli interessi della Serenità vostra, la quale supplico a significarmi sopra questi particolari la mente Sua perché possa dargli essecutione. Ricevo hoggi due dispacci dell’eccellentissimo signor bailo per la Serenità vostra, con lettere di 24 et 26 del passato. Il primo in sachetti doi, uno de quali signato S essendo nel viaggio rimasto indietro un portalettere con un altro sachetto di detto dispaccio, che credo siano lettere pur signato S, et li espedisco immediate colla fregata paron Triffon de Mathia [?] in diligenza, et con aggiunta de remi et ordine al patrone di non toccare nel viaggio luoco alcuno, conforme alla commissione dell’eccellentissimo signor bailo, che mi avisa il ricapito di questi dispacci essere di somma importanza per gli accidenti che la Serenità vostra intenderà dalle lettere di Sua eccellenza. Gratie etc.
Di Cattaro, li 17 marzo 1618.
Camillo Michiel, rettor et proveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.