26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 10 aprile| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
il dispaccio da Costantinopoli per la Serenità vostra, che fu trattenuto dalli huomini di Hibraim bassà come ultimamente le significai, si è (benché con somma difficoltà per le pretenzioni che havevano detti turchi contro li huomini di Montenegro, della qual natione sono li portalettere, come vederà la Serenità vostra dalla occlusa loro lettera) finalmente ricuperato, mediante l’opera et industria del signor governatore Bolizza, mandato da me a questo effetto, come pur le scrissi, et hora lo ricevo et immediate lo espedisco colla presente fregata paron Triffon de Dimitri. Sono sachetti doi, uno dei quali segnato S, che colli altri due precedentemente inviati alla Serenità vostra fanno il numero delli quattro di esso dispaccio, che mi avisa l’eccellentissimo signor bailo havermi inviati. Io di questo accidente incontrato a dette lettere ne ho dato conto a Sua eccellenza, ma giudico che sii bene che Vostra serenità anco gli ne scriva, perché dalla Eccellenza sua siino procurati ordini et provisioni contra questi inconvenienti, che altrimenti si può dir ogni giorno succederanno simil incontri. Si è detto signor governator Bolizza in essa ricuperatione adoperato con quel valore, efficaccia et zelo che sono proprii di lui et della sua fedelissima casa, con molto aumento del merito dovuto alle altre sue fruttuose operationi nel pubblico servitio, et perché giornalmente mi occorre in diverse pubbliche occasioni valermi hor di lui, hor del signor cavaliere Francesco suo fratello, convengo repplicar riverentemente alla Serenità vostra la instanza che con altre mie di 9 del passato le feci, che si compiacci di licentiar detto signor governator Antonio dal carico che tiene appresso l’eccellentissimo signor general Belegno, acciò possi sempre almeno uno di essi fratelli assister al governo della casa et cose proprie, et amministrare li carichi pubblici, che sono impiegati in detta casa. Ho intercetta una lettera scritta di Constantinopoli da un tale Regnicolo ad un suo amico a Napoli, et indrizzata per via di Ragusi, et perché dalla stessa lettera scorgo costui esser malissimo affetto alla Serenità Vostra, et nel che scrive a quel suo amico, che rispondendogli indrizzi le lettere in mano di un signor Huenzar [?], overo dall’Illustrissimo di Francia, che così le capiterano sicure, ho mandata all’Eccellentissimo signor bailo copia in zifra di essa lettera, et raccordato a Sua eccellenza l’andar osservando se spagnuoli o ragusei cercassero di haver qualche introduttione col mezo di alcuno della corte di quel signor ambasciator di Francia, perché mediante la buona intelligenza che suppongo che Sua eccellenza passi con detto signor ambasciatore, stimo che facilmente si potesse venir in luce se cosa alcuna si trattasse, et hora invio qui occlusa alla Serenità vostra la medesima lettera intercetta per sua informatione. Havarò similmente qui aggionti doi pieghi di lettere per Vostra serenità, uno dell’Illustrissimo signor proveditor di Corfù, l’altro del signor Marco Antonio Vellutello ressidente in serraglia bossina. Il dispaccio di Vostra serenità per Constantinopoli resomi a 22 marzo passato paron Triffon de Dimitri fu da me inviato a Sua eccellenza colla dovuta celerità, che è quanto ne occorre riverentemente significar alla Serenità vostra. Gratie etc.
Di Cattaro, li 10 aprile 1618.
Camillo Michiel, rettor et proveditor.
Allegati: una lettera di Antonio Gallo su alcuni recenti avvenimenti, alcuni relativi al “capitan bascià”, altri avvenuti a Costantinopoli, 1617 [?] (2 cc.); una lettera di Mehmet agà a Francesco Bolizza, in cui si narrano le difficoltà avute con i portalettere del Montenegro, tradotta dal turco, 11 aprile 1618 (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.