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26 febbraio| 1617 Camillo Michiel

Dispaccio del 2| maggio| 1618|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
con sommo mio dispiacere convengo dar conto alla Serenità vostra che hieri si è scoperto in Perasto mal contaggioso, et in brevissimo spaccio ha fatto progresso grande. Prima sono morte una baila et doi putti, et doppo morte se gli sono scoperte parecchie negre. Poi tra questa notte et hoggi sono morti un vecchio et quattro putti di peste evidente, et quattro altri ne sono feriti. Questo male, per quanto ho potuto diligentissimamente investigare, si è causato da un vello da donna, de testa, lavato da un vascello di quel Paulo Paravisin perastino, che già un anno in circa venne di Albania, in tempo che in quella provincia vi era contaggio, et non solo non mi riferisse il vero, ma commesse anzi notabilissima inobbedienza a gli ordini miei in detta importantissima materia, onde fu da me processato, et ne diedi conto alla Serenità vostra et alli Illustrissimi savi alla sanità, li quali volsero assumer detta giudicatura, et l’espedirono come haveva havuto la Serenità vostra. È stato detto nello riposto in una casa in Perasto né mai si è adoperato, se non in questi giorni, et da quello si è difusa l’infettione. Mi son conferito io stesso a Perasto con questi medici signori proveditori alla sanità, et ben informato del tutto ho fatto ardere quattro case infette con tutte le robbe che vi si trovavano dentro, et colli cadaveri delli suddetti morti. Li feriti si sono portati sopra un scoglieto, chiamato San Zorzi, dove si habbino a governare al meglio che si possa. Ho fatta sequestrare tutta detta terra di Perasto, postegli diligentissime guardie, et commessogli sotto gravissime pene, che non debbino lasciar partire di detto luoco, né ammettervi alcuno, havendo però dati ordini opportuni, perché con cautissima maniera siano sovenuti delle cose necessarie. Ho fatti fermare tutti li vascelli, et barche, che stavano di partenza, levata la prattica a Risano et Castelnovo, essendo stato portato il male da Perasto a Risano, et infetta una casa, che similmente è stata dalli turchi abbungiata, e tutto, che da Perasto et Risano in fuori non sia seguito alcun minimo accidente di sospetto, ho fatta serrare questa città, la quale Dio lodato è fin’hora sana, se bene fin hieri prima che si scoprisse il male a Perasto hanno li perastini pratticato qui dentro. D’ogni progresso et accidente che succedesse ne sarò continuamente avisato, che così ho strettamente imposto, et ne darò diligente conto alla Serenità Vostra, et alli illustrissimi signori sopraproveditori et proveditori alla sanità, alli quali hora scrivo in conformità di questa, et così alli eccellentissimi signori generali, et a tutti li illustrissimi signori rettori di Dalmazia, né mancherò punto d’usare in questa importantissima materia ogni possibile vigilanza, di commettere, provedere et operare tutto quello che stimerò opportuno, et coll’intervenir io in persona, insieme con questi medici savi [?] alla sanità ad ogni cosa importante, non risparmierò la vita propria, per conservatione della salute publica, la quale piaccia a Nostro signore per sua infinita pietà di conservare. Gratie etc.
Di Cattaro, li 2 maggio 1618.

Camillo Michiel, rettor et proveditor.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.